Il premier Mario Draghi si è recato nella sede nazionale della Cgil per portare la solidarieta’ del governo al segretario Maurizio Landini, dopo l’assalto di sabato. “Nessuna tolleranza contro intimidazioni ed episodi di violenza”, si legge in un tweet di Palazzo Chigi.
Sulla manifestazione di sabato prossimo Landini dice: “Penso ci saranno tante persone. Ho fatto presente al presidente Draghi che avanzeremo la richiesta di scioglimento delle forze che si richiamano al fascismo, come prevede la Costituzione. Un provvedimento che consideriamo necessario e sul quale Draghi ha detto che ne discuteranno nei prossimi giorni”.
Nel frattempo il sito web della Cgil e’ stato bloccato per alcune ore da un attacco hacker. Si tratta – spiegano alla Cgil – di un’azione informatica di disturbo, volontaria e strutturata, ovvero con la tipologia di fenomeno informatico malevolo denominato “attacco DDoS” (Denial-of-service attack), un fenomeno, occorso in piu’ riprese a partire da sabato scorso e attualmente ancora in essere.
Nel frattempo il Pd ha presentato una mozione per chiedere al governo di sciogliere l’organizzazione neofascista Forza Nuova e le altre formazioni che si richiamano al fascismo.
A fine giornata arriva l’annuncio del sequestro del sito web di Forza Nuova e l’apertura di due fascicoli di indagine sugli scontri avvenuti sabato scorso.
Due sono i filoni seguiti dalla Procura di Roma. Uno riguarda gli organizzatori del raid contro la sede della Cgil e sull’eventuale regia dei tafferugli avvenuti anche a poca distanza da Palazzo Chigi, l’altro su coloro che hanno partecipato fisicamente alle azioni di violenza.
La polizia Postale ha anche eseguito un provvedimento di sequestro del sito di Forza Nuova per istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici.
Nel primo fascicolo di indagine, a carico di Roberto Fiore e Giuliano Castellino di Forza Nuova, l’ex Nar Luigi Aronica, l’attivista Pamela Testa, il leader del movimento IoApro, Biagio Passaro e Salvatore Lubrano si ipotizzano reati di istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio.
Nei loro confronti si e’ proceduto alla richiesta di convalida dell’arresto al gip che dovra’, quindi, fissare gli interrogatori in carcere. I leader della manifestazione sono ora detenuti nel carcere di Poggioreale, a Napoli.
I pm romani stanno valutando ulteriori aggravanti e non e’ esclusa anche l’ipotesi dell’associazione a delinquere. Al vaglio degli inquirenti, che puntano ad identificare altri manifestanti, ci sono video e molte foto che ritraggono gli indagati sullo scalone d’ingresso della Cgil in Corso d’Italia e in un caso anche un video all’interno della struttura fatto da Passaro nel corso di una diretta sui social network.
Attenzionato anche il comunicato diffuso ieri da Forza Nuova attraverso il proprio portale web e sottoscritto da tre militanti in cui si afferma che “il popolo ha alzato la testa” e che “il livello dello scontro non si fermera’”.
ll secondo fascicolo riguarda gli altri sei arrestati, ai quali si contestano a vario titolo i reati di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Per due – Fabio Corradetti (figlio della compagna di Giuliano Castellino) e Iorio Pilosio – e’ stata confermata la custodia in carcere. Per i giudici Corradetti deve restare in carcere per avere avuto “un ruolo deciso negli scontri avvenuti nella zona di palazzo Chigi” mentre Pilosio “ha ammesso di volere occupare il Parlamento“. Per i magistrati sussistono “gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari per la gravita’ dei fatti contestati“. Per Maurizio Bortolucci e Valerio Pellegrino i magistrati hanno invece deciso gli arresti domiciliari.