Dopo solo otto mesi dopo dal suo insediamento, l’esercito pakistano ha licenziato il capo della potente agenzia di spionaggio dell’Inter-Services Intelligence (ISI).
La notizia è stata resa nota domenica con una breve dichiarazione dell’Inter-Services Public Relations, l’ala delle pubbliche relazioni delle forze armate pakistane, che ha annunciato che il tenente generale Asim Munir aveva lasciato il posto di direttore dell’ISI per assumere l’incarico di comandante del corpo di Gujranwala nel Punjab, la seconda provincia più grande del Pakistan con una popolazione a maggioranza Sikh.
Il generale Munir è stato sostituito dal tenente generale Faiz Hameed, ex capo della direzione di controspionaggio dell’ISI. Lo scorso ottobre, quando il generale Munir è stato promosso direttore dell’ISI, Hameed è stato promosso al grado di generale a tre stelle.
In aprile è stato nuovamente promosso, questa volta dal generale maggiore al tenente generale, ed è stato nominato aiutante generale presso il quartier generale delle forze armate pakistane. La sua ascesa fulminea nell’ISI gli ha fatto guadagnare diversi devoti ed è considerato un influente pianificatore dell’intelligence nei ranghi della potente agenzia di spionaggio. Alla fine del 2017 è diventato prominente al di fuori dell’ISI, quando ha meditato personalmente per negoziare un accordo tra il governo dell’allora Primo Ministro Nawaz Sharif e i leader della cosiddetta comunità Ahmadiyya.
I seguaci del movimento Ahmadiyya, una setta musulmana messianica con un seguito sostanziale nel Punjab, erano scesi in piazza per lamentarsi di discriminazioni e molestie da parte delle autorità. Secondo i resoconti dei media all’epoca, Hameed ha minacciato di usare l’esercito pakistano contro i dimostranti Ahmadiyya se non avessero ridotto le loro proteste pubbliche. Tali rapporti fanno sì che alcuni in Pakistan vedano Hameed come un estremista militare e un fermo sostenitore del punto di vista dei militari come garante della normalità politica in Pakistan.
Nel frattempo, in uno sviluppo non correlato, funzionari indiani hanno dichiarato che Islamabad ha avvertito Delhi di un possibile attacco di al-Qaeda in una regione del Kashmir amministrato dall’India. I resoconti dei media hanno detto che i funzionari indiani erano stati avvertiti dall’ISI che le forze di al Qaeda pianificarono di effettuare “un grande attacco terroristico” nella regione di Pulwama, nel sud del Kashmir.
Gli osservatori della sicurezza hanno notato la mossa come un raro esempio di cooperazione di intelligence tra le due nazioni rivali dotate di armi nucleari. Di conseguenza, l’India ha dichiarato di aver dispiegato circa 500 aziende aggiuntive di agenti di polizia nella regione meridionale del Kashmir.