La Polizia di Stato di Palermo ha dato esecuzione ad un´ordinanza di applicazione della misura cautelare a carico di 26 persone, indagate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, incendio, trasferimento fraudolento di valori aggravato, autoriciclaggio, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e contrabbando di Tabacchi.
Il provvedimento, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, giunge al termine di un´ articolata attività d´indagine condotta dai poliziotti della Squadra Mobile ed effettuata sul mandamento mafioso di Brancaccio e, in particolare, sulla famiglia di Corso dei Mille.
Tra i destinatari del provvedimento personaggi di indubbia caratura mafiosa che sono riusciti in breve tempo a riorganizzare le fila del sodalizio mafioso di Corso dei Mille, profondamente colpito, nel luglio del 2017, dall´operazione Maredolce.
La loro leadership, emersa sin dalle prime acquisizioni tecniche, ha trovato puntuale riscontro nella capacità di mantenere stabili rapporti con autorevoli esponenti di cosa nostra palermitana e non solo.
Dal complesso delle attività è emerso come alcuni di loro abbiano assunto la guida della famiglia mafiosa di Corso dei Mille, organizzando e dirigendo un folto gruppo di sodali in grado di condizionare profondamente il tessuto economico, tanto legale quanto illecito, di quella porzione di territorio, ad esempio curando l´acquisto di una partita di stupefacente presso un non meglio identificato esponente della famiglia BARBARO di Platì. La trattativa era finalizzata a stabilire un canale di rifornimento diretto tra Calabria e Sicilia che garantisse l´approvvigionamento di cocaina per le piazze di spaccio attive sul territorio di Brancaccio e controllate dalla famiglia mafiosa.
In generale, è stato ricostruito l´organigramma della famiglia di Corso dei Mille secondo i tradizionali modelli organizzativi di cosa nostra.
Struttura questa che continua a garantire un capillare controllo del territorio funzionale alla salvaguardia degli interessi economici dell´organizzazione stessa.
Emblematico, in tal senso, il caso di una rapina in danno di una sala bingo sottoposta ad amministrazione controllata e al cui interno erano collocati dei videopoker di pertinenza di altra famiglia. Nella circostanza il sodalizio si è immediatamente attivato per rintracciare gli autori del colpo, evidentemente non autorizzati dai referenti territoriali dell´organizzazione mafiosa, e costringerli a restituire il bottino dopo un breve processo sommario. Non sfuggono al controllo mafioso nemmeno le questioni di carattere personale relativi ai singoli associati. E´ il caso, ad esempio, del furto dello scooter di uno dei destinatari dei provvedimenti; questi, sfruttando le proprie conoscenze sul territorio, ha prontamente individuato l´incauto ladro, costetto i suoi genitori ad acquistare uno scooter simile per poi farselo cedere a titolo gratuito.
Sono stati altresì documentati alcuni episodi di usura posti in essere dalla moglie di uno degli indagati.
Inoltre, sono stati sottoposti a sequestro preventivo alcune imprese e diversi veicoli per un valore complessivo quantificabile nell´ordine del milione di euro.