Il Papa durante il volo di rientro da Dacca, come di consueto, si intrattiene durante il volo con i giornalisti per parlare della visita pastorale. Questa volta un giornalista ha voluto calcare la mano e chiedere al Pontefice un parere sulla deterrenza nucleare quale arma di difesa e se la sua posizione fosse cambiata rispetto a quella di Papa Woytila.
Mi pongo la domanda “non come magistero pontificio, ma la domanda che si pone un papa”, se la potenza distruttiva del nucleare sia tale da mettere in questione la sua “liceita’” anche in caso di difesa. Io preferirei che si facessero prima domande sul viaggio, ma faccio una eccezione. Cosa e’ cambiato? E’ cambiata l’irrazionalità e mi viene in mente la ‘Laudato si’ sulla custodia della creazione”. Dal tempo di papa Wojtyla sono passati 34 anni e “nel nucleare in 34 anni si e’ andato oltre, e oggi siamo al limite: questo si può discutere, e’ la mia opinione, siamo al limite della liceita’ di avere, usare armi nucleari perche’ oggi con un arsenale nucleare cosi’ sofisticato si rischia la distruzione dell’umanita’ o almeno di gran parte”. “Siamo al limite e mi faccio questa domanda non come magistero pontificio, ma la domanda che si fa un Papa e’: oggi e’ lecito mantenere gli arsenali nucleari come sono? Oggi per salvare il creato, l’umanita’, non e’ necessario tornare indietro?”. Poi ha citato Romano Guardini, circa la cultura e la scienza, e i limiti al progresso. “Pensiamo a Hiroshima e Nagasaki, decenni fa, – ha detto – la loro distruzione, e anche questo succede quando anche nella energia atomica non si riesce ad avere tutto il controllo, pensate agli incidenti dell’ Ucraina, a questo tornare alle armi, che se nucleari sono per vincere ma distruggendo. Io dico, siamo al limite della liceita’”.