Il direttore del Secret Intelligence Service britannico, l’MI6, ha parlato della nuova “quarta generazione di spionaggio”, necessaria per combattere le “minacce dell’età ibrida”. Alex Younger, 55 anni, è un ufficiale dell’intelligence che è entrato a far parte dell’MI6 nel 1991, dopo aver prestato servizio nell’esercito britannico. Ha ricoperto il ruolo di responsabile delle operazioni globali, considerato il numero due del MI6, prima di essere nominato direttore dell’agenzia nell’ottobre 2014. In precedenza ha prestato servizio in Medio Oriente, Europa e Afghanistan, dove ha rappresentato l’MI6 in qualità di ufficiale più anziano nel paese dopo l’invasione militare del 2001.
Younger ha detto che il progresso tecnologico ha “cambiato profondamente l’ambiente operativo del MI6”. Il cambiamento tecnologico, così come il grado di interconnessione ha reso il mondo “drammaticamente più complicato”. Ha aggiunto che l’ambiguità esistente oggi viene definita dall’ MI6 come un flusso costante di “minacce ibride”. Ci si riferisce alle sfide degli stati-nazione che operano “negli spazi grigi dell’era ibrida”. Attività occulte fatte per sondare “le istituzioni e le difese dell’Occidente” utilizzando metodi e modalità non conformi con una guerra tradizionale”. Il capo dello spionaggio britannico ha aggiunto che l’MI6, come “una delle poche agenzie di intelligence globali”, è pronta a rispondere alle minacce ibride, soprattutto aumentando il ruolo dello humint.
Lo humint “non cambierà mai radicalmente”, ha detto Younger, aggiungendo che “in effetti diventerà ancora più importante in un mondo più complesso”. Tuttavia, dovrà evolversi per affrontare le sfide dell’età ibrida. Younger ha detto che l’MI6 è stato pioniere della “quarta generazione di spionaggio”, che è il prodotto della fusione di abilità umane tradizionali con “l’innovazione tecnologica spinta”. Questa nuova generazione di spionaggio ha detto Younger, non si basa sul lavoro individuale, ma su operazioni che vengono svolte da team dinamici all’interno e attraverso le agenzie statali. Inoltre, il compito ultimo di queste operazioni non è semplicemente quello di conoscere le azioni dei propri avversari, ma “cambiare il loro comportamento”. Inoltre, al fine di sviluppare con successo le capacità di spionaggio di quarta generazione, l’MI6 dovrà “assicurare che la tecnologia sia dalla nostra parte, non quella dei nostri avversari”, ha osservato Younger.
Younger ha fatto un esempio concreto riferendosi al caso dell’avvelenamento quasi fatale di Sergei Skripal, l’ex spia russa. Grazie ai dati raccolti, combinati con analisi moderne che si è riusciti a scoprire i colpevoli dell’operazione. Ma gli stessi metodi, che rendono il mondo moderno più trasparente, possono rappresentare “una seria sfida se usati contro di noi”, ha avvertito il capo dell’MI6.