(di Andrea Pinto) L’Italia e la sua crisi di governo al buio preoccupa le cancellerie di mezzo mondo. Stati Uniti e Unione europea guardano con molta attenzione la situazione italiana dopo gli ultimi avvenimenti in Aula che danno, quasi per certo, lo scioglimento anticipato delle Camere da parte del Presidente Mattarella che, senza svolgere le consultazioni, poi potrebbe decidere di indire con anticipo le prossime elezioni, previste tra il 2 e il 9 ottobre.
Certo è che una crisi di governo in questo momento difficile poteva succedere solo nel nostro Paese grazie ad una classe politica mediocre, poco attenta ed in grado di mandare nel tritacarne addirittura una personalità come Mario Draghi che, dal canto suo male ha fatto, a mio modesto parere, ad accettare l’incarico di Governo di fronte ad un vuoto cosmico intellettuale, costituito dalla maggior parte dei nostri attuali parlamentari.
Lasciare il Paese in “navigazione a vista” durante una crisi internazionale senza precedenti tra emergenza energetica, guerra in Ucraina, impennata dell’inflazione e necessità di non perdere la sfida di un Pnrr ambizioso, non fa onore a chi ha innescato le condizioni (M5S) per favorire l’inasprimento degli animi tra le diverse anime della già raffazzonata maggioranza parlamentare.
“Il balletto degli irresponsabili contro Draghi puo’ provocare una tempesta perfetta”, sottolinea Paolo Gentiloni in durissimo tweet, aggiungendo che “ora e’ tempo di voler bene all’Italia”. “Ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese“, e’ l’unico messaggio di ottimismo del commissario Ue all’Economia.
Sempre da Bruxelles il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo punta il dito contro i “populisti, assieme al partito popolare, che sono i responsabili della crisi”, scrive la presidente Iratxe Garcia Perez.
La Commissione ufficialmente non commenta, ma rimanda agli stretti legami tra Draghi e Von der Leyen che aveva sottolineato non piu’ tardi di qualche giorno fa. Anche dagli Stati Uniti, pur senza volere commentare le questioni di politica interna, nel “rispetto” delle decisioni italiane, la Casa Bianca fa sapere che “la partnership con l’Italia e’ forte e continueremo a collaborare a stretto contatto su una serie di questioni prioritarie, tra le quali il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Russia”.
Ma non e’ un mistero che anche a Washington ci sia ansia per quanto sta accadendo a Roma. Joe Biden, gia’ durante il primo strappo di M5s, aveva sottolineato di nutrire “grande rispetto e considerazione nei confronti di Draghi”.
Piu’ diretti sono i media internazionali, nelle cui analisi traspare soprattutto la sensazione che l’Italia stia per compiere un salto nel vuoto silurando un leader forte e apprezzato da tutte le cancellerie alleate. La Bbc rileva come “la terza economia piu’ grande dell’Ue ora sembri destinata a elezioni anticipate”, con l’effetto di “ritardare le tanto necessarie riforme, cosi’ come l’approvazione del bilancio del prossimo anno“. L’emittente britannica ricorda se ce ne fosse bisogno che l’Italia “e’ il principale destinatario di sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund, e la prossima parte di aiuti dipendera’ da una serie di riforme”.
Secondo Le Monde, “qualunque sia l’esito di questa telenovela politica italiana, l’agenzia di rating Fitch ritiene che sia sintomo di una grande incertezza politica, anche se si evitassero le elezioni anticipate, rendendo ancora piu’ difficili le riforme strutturali e fiscali“. Mentre nei mercati la possibilita’ che Draghi vada via “ha riacceso i timori di un’impennata dello spread, che potrebbe rivelarsi esplosiva per l’eurozona“.
Dagli Usa il Washington Post rileva che quanto e’ accaduto a Roma “ha posto fine a un periodo di relativa unita’ politica e destabilizza la terza economia piu’ grande dell’Unione Europea, di cui Draghi era ampiamente considerato un garante, cosi’ come della reputazione internazionale del governo. Ma i partiti politici, uno dopo l’altro, oggi hanno deciso che l’Italia sarebbe stata meglio con qualcos’altro“.