La precisazione dell’Istituto in seguito all’audizione parlamentare del Presidente CIV
Con riferimento alle odierne comunicazioni del presidente del Comitato di Indirizzo e Vigilanza (organo di rappresentanza delle parti sociali) Roberto Ghiselli, l’INPS precisa che non si tratta di dati e numeri inediti, ma di valori previsionali di medio periodo che sono già prudenzialmente valutati negli strumenti economico-finanziari dell’Istituto e in linea con le previsioni macroeconomiche della programmazione di bilancio dello Stato.
Il tema che si pone è quello di una loro lettura corretta e contestualizzata, ricordando che – come affermato dal presidente Ghiselli – abbiamo a che fare con uno scenario di medio e lungo periodo che potrebbe prendere forma solo in assenza di efficaci politiche di contrasto.
In questo senso va comunque sottolineato come anche in passato previsioni altrettanto pessimistiche non hanno trovato riscontro nell’orizzonte temporale evidenziato.
L’inverno demografico, il trend inflazionistico, le profonde trasformazioni della nostra società sono tutti fenomeni ampliamente attenzionati e affrontati con un’articolata strategia. Proprio per questo l’INPS è attuatore delle misure di legge volte a favorire la stabilità e la sostenibilità del Sistema, assicurando una rete di protezione e di sicurezza per il Paese. In tal senso ricordiamo che il bilancio per l’anno 2023 restituisce la fotografia di un Istituto con i conti in ordine e ben governato: lo certifica lo stesso recente voto positivo del CIV.
Tra le principali inversioni di tendenza che possiamo registrare: l’allargamento della base contributiva sostenuta dalle politiche governative sul mercato del lavoro e la costante attenzione al contenimento della spesa pensionistica.
La coesione sociale è la missione che ci affida il dettato costituzionale. In questo senso l’INPS invita tutti ad avere fiducia nella capacità del sistema Paese di saper affrontare le sfide di cambiamento, grazie anche a un avanzato sistema di welfare, efficacemente presidiato da 126 anni dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e garantito dallo Stato italiano.
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