Un caccia russo ha quasi abbattuto un aereo britannico l’anno scorso, al largo della costa della Crimea. Secondo alcuni documenti militari statunitensi diffusi dal Washington Post, l’incidente del 29 settembre scorso avrebbe potuto trascinare gli Stati Uniti e gli alleati della Nato direttamente in guerra contro la Russia.
Il documento diffuso dal quotidiano americano fa parte di una dozzina di file riservati del Pentagono trapelati sui media in questi giorni che hanno fatto partire un’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia. Nel report si fa riferimento all’incidente come a un “abbattimento sfiorato di UK RJ”, il soprannome del RC-135, aereo di ricognizione britannico.
Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha rivelato l’incidente alla Camera dei Comuni del Parlamento in ottobre, affermando che due aerei da combattimento Su-27 russi avevano intercettato l’RC-135 nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Nero, volando “incautamente” a 15 piedi dall’aereo britannico.
Uno dei jet russi “ha lanciato un missile” a distanza, ha detto Wallace ai legislatori, non descrivendo l’atto come un tentativo di abbattimento. Il lancio del missile, ha detto Wallace, sarebbe da attribuire ad un “malfunzionamento tecnico”, tesi condivisa anche con la controparte russa.
L’incidente evidenzia l’equilibrio mantenuto dai funzionari militari occidentali per evitare un’escalation nel bel mezzo dell’Europa, in forza dell’art. 5 della Nato.
Il documento è stato prodotto dallo Joint Staff (il nostro Stato Maggiore della Difesa) e dettaglia i voli di sorveglianza sul Mar Nero.
Il documento ha la classifica/qualifica “SECRET/NOFORN”, una classificazione che indica che non deve essere condiviso con cittadini non statunitensi. Descrive in dettaglio una serie di altre reazioni russe ai voli di sorveglianza di aerei statunitensi, britannici e francesi tra ottobre e la fine di febbraio, inclusa una il 30 dicembre in cui un altro British Rivet Joint, accompagnato da due caccia britannici Typhoon, è stato intercettato da Jet russi che si sono avvicinati a meno di 100 piedi.
In un altro caso, un drone di sorveglianza statunitense MQ-9 è stato intercettato da aerei russi il 22 febbraio. Il 14 marzo, due jet russi Su-27 hanno intercettato un MQ-9 americano, scaricando carburante sul velivolo senza pilota, scontrandosi infine con lo stesso. La collisione ha spinto il personale statunitense a pilotare a distanza il veicolo e ad abbatterlo nel Mar Nero, a circa 56 miglia dalla costa della Crimea.
Una mappa sul documento segreto, finito in rete, mostra un confine tracciato su sezioni del Mar Nero per contrassegnare dove possono volare gli aerei di sorveglianza. Sembra iniziare a circa 12 miglia al largo della costa della Crimea, nel rispetto del diritto internazionale. La mappa include anche una seconda linea a circa 50 miglia dalla costa con la classifica/qualifica “SECDEF Directed Standoff”, che indica che il Segretario alla Difesa Lloyd Austin potrebbe aver ordinato ai piloti statunitensi di tenere gli aerei più lontani dalla penisola.
Austin ha affermato a marzo che gli Stati Uniti continueranno a volare “ovunque il diritto internazionale lo consenta”, respingendo la richiesta di Mosca di una zona di esclusione autodichiarata su estese parti del Mar Nero.
Gli aerei francesi e britannici hanno effettuato voli di sorveglianza sul Mar Nero tra il 29 settembre e il 26 febbraio, secondo il documento, mentre gli americani si sono affidati a droni che includono l’RQ-4 Global Hawk, l’RQ-170 Sentinel e l’MQ- 9.
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