(di John Blackeye) Il volto sgomento del Governatore della Regione Lombardia, l’Avv. Fontana la dice lunga sulla situazione dell’epidemia in quella parte del Nord Italia.
I dati che avrebbero voluto leggere sono altri. Un cenno di flessione dell’epidemia e dei decessi aveva lasciato ben sperare negli ultimi due giorni. Qualcuno aveva parlato della luce in fondo al tunnel ma pare che quella luce oggi si sia spenta all’improvviso. Le statistiche odierne, infatti, non lasciano scampo e i dirigenti della Regione Lombardia, anche oggi, hanno dovuto fare i conti con un aumento dei contagi e con il numero complessivo dei morti che sul territorio nazionale è il terzo in ordine di grandezza dall’inizio dell’emergenza: 712 cittadini portati via dal nemico invisibile. Altre 712 famiglie falcidiate dall’epidemia e lasciate da sole nel loro dramma quotidiano mentre piangono una moglie, un marito, un figlio, lasciando da parte progetti, aspettative e sogni che non si realizzeranno più. Si parla infatti tanto di economia ma il cinico mondo dell’informazione sta trascurando migliaia di uomini e donne che non sono fantasmi ma sono vittime vere di un evento catastrofico che si è abbattuto sulla nostra Italia e che pochi mesi fa non era nemmeno immaginabile.
Alla guerra con questo tipo di nemico non eravamo preparati tanto è che ci è voluto un po’ di tempo per capire che questa pandemia avrebbe asfaltato l’Italia nel giro di qualche mese.
All’improvviso è stata decisa una strategia d’azione, la più plausibile, basata anche sull’esempio della Cina e così l’Italia è andata in letargo il 10 marzo e secondo quello che ci avevano detto, anche in ragione delle due settimane di incubazione del virus, sarebbero bastati quattordici o quindici giorni per vedere i primi risultati invertiti in una parabola ascendente che in questi giorni pare non arrestarsi mai.
Dobbiamo però considerare che l’italiano medio prende in considerazione le ordinanze e le leggi di Stato come se fossero rivolte agli altri e non a se stesso. E per questa ragione, probabilmente, la vera quarantena generale è cominciata almeno una settimana dopo o forse dieci giorni dopo. Cioè il tempo necessario per dare seguito a denunce e contravvenzioni che è l’unico sistema efficace per far capire all’italiano medio che quei divieti imposti per legge riguardavano proprio lui.
Una volta assodato che bisognava stare davvero a casa e una volta tolta dalla strada della movida la massa di giovani che credevano di essere immuni alla malattia, viste anche le centinaia di bare portate via dai camion militari ogni notte dalle città colpite, si può dire che si è raggiunto un adeguato rispetto della quarantena forse dal 16 marzo in poi. Quindi, per vedere l’inversione di rotta di una parabola del contagio che sta beffando la popolazione mondiale, almeno in Italia, occorrerà aspettare gli inizi di aprile.
Una riflessione però sorge spontanea. Se invece la quarantena fosse stata rispettata già dall’inizio, allora perché aumentano i contagi?
La risposta sarebbe abbastanza scioccante a mio parere. Infatti, se nonostante la quarantena, i contagi continuano ad aumentare, significa che quelli che ora sono chiusi in casa, avevano da tempo preso la malattia e solo ora, con il manifestarsi dei sintomi, si presentano presso gli ospedali per essere curati.
A questo punto il segnale sarebbe un altro. Cioè, se la popolazione lombarda continua a sfornare quasi tremila contagiati ogni giorno, significa che il complesso degli ammalati su tutto il territorio lombardo non è assolutamente sotto controllo, non è assolutamente quello che viene fuori dalle cifre statistiche che fanno riferimento all’uso del tampone ma lascia intendere che i contagi in Lombardia riguardano la stragrande maggioranza della popolazione. Cioè, il contagio è così diffuso che non è sufficiente togliere la gente dalla strada o dai mezzi pubblici per bloccare l’infezione.
Gli ammalati o i portatori asintomatici sono evidentemente così tanti che anche chiusi tra le quattro mura di casa non riescono ad impedire al virus di fermare la sua corsa tra la gente ovvero non possono impedire al virus di manifestarsi tra chi, in quelle quattro mura, la malattia se l’è portata dietro.
In sintesi, i quasi cinquemila contagiati giornalieri in più della giornata odierna potrebbero rappresentare la punta di un iceberg, cioè potrebbero nascondere una popolazione contagiata nella sua quasi totalità.
E qui, purtroppo, la storia redigerà il suo verdetto a distanza di anni ma è verosimile pensare che tutti, ma proprio tutti, hanno preso il problema sottogamba a partire dal Zingaretti che ostentava sicurezza e serenità, che si affrettava a ricordare alla gente che la normale influenza stagionale fa più vittime del Coronavirus e che oggi, proprio a causa di quella superficialità, si ritrova nella lista degli ammalati.
Speriamo invece che la causa dei numerosi contagi giornalieri sia davvero da attribuire alla negligenza degli italiani nel rispettare i divieti imposti dalla legge. Se così fosse, dovremmo vedere risultati discendenti già dai primi giorni di aprile. Ma da qui ai primi di aprile mancano soltanto cinque giorni. Se la tendenza al ribasso non si farà vedere, ci sarà davvero da alzare le mani, magari verso il Cielo, per iniziare a fare quello che la popolazione mondiale non sa più fare: pregare.