Nelle prime ore della mattinata odierna, La Polizia di Stato di Genova ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di nove persone dimoranti a Genova e in provincia di Alessandria di cui uno già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, in quanto ritenuto affiliato al clan Fiandaca di origine nissena, organico a Cosa Nostra, ma da tempo radicato a Genova. I destinatari del provvedimento cautelare sono gravemente indiziati di aver commesso in concorso tra loro il reato di usura e di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva delle scommesse.
Gli indagati sono accusati di aver realizzato un articolato sistema di raccolta di scommesse su eventi sportivi, gestito tramite una delle più comuni piattaforme di messaggistica telematica. Il sistema era alternativo a quello lecito a cui si accede scommettendo presso un’agenzia di scommesse autorizzata dallo Stato all’attività di raccolta. I numerosi scommettitori individuati, potevano giocare formulando le puntate sugli eventi sportivi, maturando un debito corrispondente alla somma che avevano scommesso: alcuni giocatori, in caso di perdita (circostanza piuttosto frequente), si indebitavano a tal punto da non riuscire a restituire le somme di denaro giocate. In questi casi, talvolta, scattava un meccanismo per cui ai debiti si applicavano tassi usurari che continuavano a maturare fino all’estinzione del debito.
In particolare, dalle indagini condotte dalla personale della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Genova (S.I.S.C.O.) della Polizia di Stato, è emerso che al centro del sistema c’erano due soggetti, entrambi già imputati in concorso per il reato di intestazione fittizia dalla Procura di Genova.
Nel corso delle indagini, inoltre è emerso che uno di questi, in concorso con un agente immobiliare, avesse concesso un prestito a tasso usurario ad un uomo che voleva vendere un’abitazione e che necessitava di una somma di denaro per estinguere un vincolo da cui era gravato il bene immobile. Lo stesso indagato, che svolgeva abusivamente la professione di intermediario assicurativo, si trovava al centro di un circuito di prestiti di denaro ancora in fase di approfondimento.
Nei prossimi giorni la Polizia assumerà le dichiarazioni dalle persone in grado di riferire elementi utili in merito a quest’ultimo profilo.
Lo stesso indagato risponde anche del reato di autoriciclaggio per aver “ripulito” gli stessi proventi delle attività delittuose scommettendo in maniera sistematica e tramite il meccanismo delle “giocate a copertura” su eventi sportivi adoperando i canali leciti.
Nel corso dell’indagine sono stati individuati anche i gestori di tre agenzie di scommesse di Genova, sottoposte stamane a perquisizione locale; tutti gestori coinvolti facevano parte del sistema di raccolta abusiva delle scommesse e adoperavano le agenzie per mascherare il più redditizio traffico illecito. Nei prossimi giorni, verranno valutati i profili amministrativi afferenti il perdurare dei requisiti per il mantenimento della licenza per l’esercizio delle attività.
Tra le contestazioni figura anche la concessione di un prestito a tasso usurario in cui è coinvolto il principale indagato unitamente ad altro a cui viene attribuito il reato di usura in relazione ad un prestito accordato ad interessi superiori al tasso legale ad un giocatore affetto da ludopatia.
Il provvedimento cautelare, eseguito in data odierna grazie anche al supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Liguria, è stato emesso complessivamente nei confronti di nove persone di cui tre destinatari di custodia in carcere mentre nei confronti di altri tre indagati è stata prevista la misura degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni. Nei confronti infine dei rimanenti tre è stata applicata la meno afflittiva misura dell’obbligo di dimora.
Uno dei 9 indagato risulta destinatario anche di un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare pari al valore dei profitti illeciti nel tempo conseguiti.
Contestualmente alle misure cautelari, la Polizia di Stato sta dando esecuzione ad una serie di perquisizioni delegate dalla Autorità Giudiziaria di Genova.
Resta salva la presunzione d’innocenza di cui all’art. 27 della Costituzione per gli indagati.
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