Una cementeria ancora più performante e con emissioni ancora più ridotte: questo è quello che emerge dai risultati del monitoraggio ambientale dell’impianto, presentati oggi dal Direttore Lorenzo Metullio. I risultati del monitoraggio ambientale della cementeria confermano, infatti, un sensibile miglioramento dei più importanti parametri ambientali monitorati, in particolare quello delle polveri.
Nel 2017, la media giornaliera di polveri è stata di 3.33 mg/Nm3, rispetto al limite imposto dall’AIA 2017 di 15 mg/Nm3. I primi mesi del 2018 registrano dei valori addirittura al di sotto di 1 mg/Nm3. Valori positivi anche per gli ossidi di azoto, con valori ridotti del 35% rispetto agli anni passati e per l’anidride solforosa, con una media giornaliera di 1.26 mg/Nm3 rispetto al limite di 50 mg/Nm3, quindi con un valore di 40 volte più basso rispetto alla norma di riferimento.
Una maggiore efficienza industriale dell’impianto è confermata anche dalla riduzione del 7% di consumo di energia rispetto al 2016 con un risparmio di più di 5 milioni di KWh grazie a interventi per migliorare l’efficienza dell’impianto. Significativa la riduzione del 50% del consumo di acqua, attraverso un suo più razionale della risorsa, che ha portato a consumare 140.000 m3 di acqua in meno nel 2017.
Gli investimenti a favore della sostenibilità
Nel 2017 sono stati investiti più di 700 mila euro per la manutenzione e l’efficienza dei filtri, l’adozione di nuove tipologie di “maniche filtranti” per la riduzione delle emissioni, l’utilizzo di nuovi gruppi di continuità elettrica, per il controllo delle emissioni e per il recupero ambientale delle cave.
Nel 2018 è previsto un investimento complessivo di circa 1 milione di euro per ulteriori interventi sui filtri, il completo ammodernamento del sistema di monitoraggio delle emissioni e l’adozione di un nuovo sistema di monitoraggio in continuo con una tecnologia innovativa e il rinnovamento di alcune parti della cementeria.
Entro l’anno il sistema di gestione ambientale della cementeria di Colleferro si adeguerà alla nuova norma ISO 14001:2015 per una gestione ancora più ampia dei propri aspetti ed impatti ambientali
Attenzione alla biodiversità della Cava di San Bruno
Il cemento nasce da materie prime di origine naturale provenienti da zone estrattive situate in prossimità della cementeria. Il calcare, una delle materie prime fondamentali per il ciclo di produzione del cemento, proviene dalla cava di San Bruno, attiva nel Comune di Segni, e viene trasportato in cementeria tramite una serie di 6 nastri trasportatori lunghi complessivamente 4.300 metri, senza quindi incidere sul traffico locale.
All’attività di estrazione, Italcementi affianca un uso responsabile delle risorse per la riduzione degli impatti ambientali attraverso la stesura di un piano di recupero della cava, che pone grande attenzione alla biodiversità e gli ecosistemi.
La cava di San Bruno viene coltivata con il sistema a “spazi orizzontali discendenti”: si parte dall’alto con gli scavi procedendo via via verso le parti inferiori dell’area. Man mano che si procede verso il basso, le parti superiori non più utilizzate per reperire le materie prime si possono recuperare subito. In questo modo le aree vengono ripristinate al termine del loro utilizzo, con notevoli vantaggi in termini di sicurezza e di impatto ambientale. Il progetto di recupero della cava ha come finalità il massimo reinserimento dei luoghi nel paesaggio e nel tessuto ambientale circostanti; per questo motivo, accanto all’importante recupero naturalistico, vi è un parziale riuso del territorio per colture arboree già ampiamente diffuse in zona attraverso specie e varietà autoctone: le sementi utilizzate per i rinverdimenti sono costituite da specie locali o comunque adatte all’area e, dove possibile, è utilizzato fiorume autoctono proveniente dallo sfalcio di terreni limitrofi o della zona.
Sono state inserite piante, soprattutto arbusti, in grado di sostentare le specie di uccelli e di insetti che, a loro volta, ne favoriranno la diffusione, consentendo così di ottenere in breve tempo l’integrazione dei recuperi nell’ambiente circostante e la creazione di una copertura arborea fitta e stabile nelle aree non più lavorate. Infine, nella realizzazione delle superfici a bosco si è cercato di ricreare una struttura il più simile possibile alle forme naturali, anche attraverso la disposizione irregolare o a macchia degli alberi e degli arbusti.
La cementeria e la sicurezza, un impegno fondamentale
Italcementi da sempre si impegna perché la sicurezza sia “uno stile di vita” per i propri lavoratori e per tutte le persone che operano negli impianti. Dal 2000, si è verificata una riduzione degli infortuni dell’80%.
La cultura della sicurezza caratterizza l’impegno quotidiano di tutti i dipendenti della cementeria di Colleferro che, nel novembre 2017, ha raggiunto l’importante obbiettivo di 1 anno senza infortuni (numero che coinvolge non solo i dipendenti dell’impianto, ma anche le imprese appaltatrici e i trasportatori).
E solo nel 2017 le azioni intraprese sono state:
261 audit di sicurezza con singoli dipendenti;
207 audit di sicurezza con personale di imprese appaltatrici; 141 audit di sicurezza con personale di imprese di trasporto; 824 riunioni di reparto aventi come tema la sicurezza;
27 comitati di sicurezza;
19 assemblee di sicurezza generali con i lavoratori;
2.221 ore di formazione sulla sicurezza;
18 sopralluoghi di sicurezza;
70 audit di tipo tecnico/ organizzativo.
La cementeria di Colleferro
Sorta nel primo dopo guerra, la cementeria di Colleferro fu la prima in Italia a essere destinata a produrre leganti idraulici pozzolanici, valorizzando i giacimenti di pozzolana della zona di Colleferro. Il rapido sviluppo dell’attività dello stabilimento portò alla costituzione nel 1921 della “Società italiana per la produzione di calce e cementi di Segni”, acquistata nel 1972 da Italcementi, che avviò subito un piano di progressivo ammodernamento e potenziamento dell’impianto. Importanti interventi sono stati realizzati anche negli anni novanta: la realizzazione di un nuovo capannone insaccamento e spedizione sacchi con due pallettizzatori, la sostituzione con filtri a maniche degli elettrofiltri cotti e dei filtri dei raffreddi forni e la costruzione di un nuovo silo di cemento da 10.000t.
Nel 1995 la cementeria ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9002. A partire dagli anni 2000, altri rilevanti interventi di ammodernamento hanno riguardato il sito produttivo, tra cui: l’ammodernamento del filtro CTP del forno, il revamping del forno 1 e del forno 2, l’installazione dell’impianto SNCR per la riduzione non catalitica degli ossidi di azoto alle emissioni dei forni, l’installazione del Sistema di Monitoraggio in Continuo Emissioni delle due linee di cottura clinker. Nel 2005 l’impianto ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 e nel 2010 l’Autorizzazione Integrata Ambientale riesaminata nel corso del 2017.