(di Giuseppe Paccione) Con una velocità che non ha alcun precedente, la comunità internazionale ha risposto immediatamente alle richieste delle autorità di Kiev attorno alle responsabilità per crimini internazionali commessi sul proprio territorio da parte delle truppe russe e di attori non statali che fiancheggiano l’operazione speciale militare voluta da Putin. Tale sforzo che serve per assicurare la responsabilità penale è di rilievo molto elevato, ma è soltanto una parte di ciò che la società internazionale debba fare per supportare l’Ucraina.
Dopo l’inizio dell’occupazione bellica perpetrata dalla Russia ai danni del territorio ucraino, la Corte Penale Internazionale ha avviato le indagini. Anche molti politici e internazionalisti hanno chiesto l’istituzione di un Tribunale speciale ad hoc per punire gli organi centrali di Mosca che hanno commesso il crimine di aggressione contro uno Stato sovrano e indipendente. Non è stato da meno l’intervento del Consiglio per i diritti umani, organismo onusiano, che, dopo aver espulso la Russia, ha istituito una commissione di inchiesta sulla responsabilità russa di aver violato i diritti umani in territorio ucraino. Ovviamente, non potevano mancare le organizzazioni non governative e il centro per la resilienza dell’informazione che hanno lavorato per preservare le prove per il processo che andrà celebrato dopo il conflitto russo-ucraino.
La ricostruzione dell’Ucraina
Chiaramente, l’interesse al tema della responsabilità degli organismi internazionali non deve celare la necessità di sostenere la ricostruzione dell’Ucraina che è stata discussa in seno al FMI – Fondo monetario internazionale. Certamente, i costi per riportare al suo splendore l’intera Ucraina sono davvero ingenti.
Determinati sforzi, di certo, che hanno come obiettivo quello di inquadrare la responsabilità, potrebbero essere utili per la ricostruzione della nazione ucraina. L’Ucraina che usa i procedimenti giuridici davanti alla Corte Internazionale di Giustizia come passo per l’ottenimento di risarcimenti è, senz’altro, un ottima strada per avviare la campagna di ricostruzione dell’intero paese, devastato dalla guerra voluta da Putin. Tuttavia, le necessità del popolo ucraino che devono essere a carico della Russia, responsabile dell’atto aggressivo, con molta probabilità andranno oltre quello che i russi potrebbero mai fornire, dato che si parla di centinaia e centinaia di miliardi di dollari.
Talune occasioni di convergenza in questo spazio richiedono di pensare al di là dei tradizionali parametri della responsabilità. Si ritenga, ad esempio, il problema dei siti patrimoniali culturali ucraini, tutelati anche dall’UNESCO, che ha verificato i siti culturali danneggiati in Ucraina, distrutti celermente e che ora necessitano degli sforzi da parte della comunità internazionale per la tutela e il futuro restauro. L’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa, ha pubblicato un rapporto relativo alle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi nel territorio ucraino dal 24 febbraio in poi, dove ha precisato che la distruzione di beni culturali ad opera dei russi costituiscono veri e propri crimini di guerra.
In generale, lo sforzo di ricostruzione della nazione ucraina comporterà un ampio supporto da parte dell’intera comunità internazionale. Il progetto dettagliato del Centro per la ricerca economica e politica testimonia la complessità di una simile operazione di ricostruzione, in particolar modo da parte di molti Stati che, dopo due anni di pandemia, devono risolvere problemi economici interni. Di conseguenza, per ottenere un risultato soddisfacente occorrono ingenti somme di denaro, cosa non molto semplice, per un eventuale realizzazione di un piano Marshall per l’Ucraina. Di certo, servono principalmente elementi essenziali come il buon governo e la sicurezza perché tale ricostruzione possa essere raggiunta. Questi fattori influenzeranno anche la sfera della giustizia di transizione che il popolo ucraino dovrà affrontare nel periodo post bellico. Queste e il tema dei diritti umani devono essere affrontate nel contesto delle Nazioni Unite, che stanno monitorando la situazione di molti ucraini che stanno facendo rientro nel proprio Paese.
Va rispettato, dunque, il desiderio dei tanti rifugiati ucraini, fuggiti dal fumus persecutionis dell’aggressore russo, che sono ospiti temporaneamente in molti Paesi dell’Unione europea, di ritornare nelle loro abitazioni e rimboccarsi le maniche per ricostruire le proprie comunità distrutte dalla guerra, senza dover trascurare gli appelli che il popolo ucraino sta lanciando anche a favore del progetto a lungo termine di ricostruzione del loro Paese e delle proprie vite.