Il presidente albanese della Repubblica Ilir Meta, che ha assunto l’incarico da meno di due mesi, è a Roma oggi, per la sua prima visita ufficiale all’estero. Meta è a Roma su invito del presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella, che lo riceverà al Quirinale. Successivamente il capo dello Stato albanese vedrà la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Il 12 settembre, Meta sarà ricevuto anche dal presidente del Senato Pietro Grasso. L’Italia e’ sempre stata considerato un partner strategico dell’Albania e il principale sostenitore nel percorso di integrazione europea di Tirana.
Ilir Meta è uno dei politici con più lunga esperienza nella vita politica albanese. Figlio di un commissario di partito nell’accademia militare di Tirana, Ilir Meta entra in politica attraverso l’aiuto dei suoi professori di economia capitalista e socialista.
Già membro del movimento studentesco, Ilir Meta entra coi socialisti in Parlamento a 23 anni nel 1992 – il primo Parlamento dopo la caduta del regime comunista – e ci resta per tutti i successivi 25 anni. Lui è stato il primo politico ad essere senza immunità parlamentare nel paese: gli era stata tolta dopo una rivolta contro la polizia a Polican, nella sua regione natale, in cui Meta aveva fatto da mediatore per assicurare il rilascio di due commissari presi in ostaggio. Berisha lo accusò di essere il mandante della rivolta e gli fece levare l’immunità per permetterne l’arresto, ma la procura non diede seguito alla cosa e i socialisti lo elessero sottosegretario del partito.. Da allora la carriera politica di Meta prese il volo.
Ha fondato Forum Eurosocialista dei Giovani (FRESSH), e vice-premier di Pandelj Majko nel 1998. All’età di soli 30 anni, nel 1999, scala il potere interno al partito socialista, succedendogli come primo ministro dal 1999 al 2002, dopodichè passa al ministero degli esteri e si scontra frontalmente col nuovo premier socialista Fatos Nano. Come premier Meta si allea sempre di più con il nuovo sindaco di Tirana, Edi Rama, in funzione di una lotta intestina con il leader del partito Fatos Nano. La sua relazione con Edi Rama sarà per i prossimi 10 anni più di odio che di amore.
La sua caparbietà è nota. Dopo alcuni tafferugli a Tropoja, paese di origine del leader della destra Sali Berisha, con un atto forza Ilir Meta diede l’ordine di fermare ed interrogare il leader dell’opposizione Berisha nel novembre del 2000.
Nel 2004 – insieme ad un gruppo di esponenti del PS, dopo una lite con l’allora premier Fatos Nano, abbandona i socialisti e fonda una nuova formazione politica, il Movimento Socialista per l’Integrazione (LSI), diventando il suo leader. Il nuovo partito ottiene cinque deputati su 140 nel 2005 e quattro nel 2009, uscendone come l’ago della bilancia nello stallo tra socialisti e democratici.
Nel giro di pochi anni Meta è riuscito ad imporsi sulla scena politica del paese, trasformando l’Lsi nel terzo partito dell’Albania, grazie anche a mosse audaci come quella nel 2009 quando si è alleato con il centrodestra, offrendo all’ex premier Sali Berisha la possibilità di un secondo mandato di governo. Dopo cinque anni all’opposizione assieme ai socialisti, infatti nel 2009 Meta cambia schieramento. Berisha ricambia nominandol Meta vicepremier, ministro degli esteri, e ministro per l’economia, il commercio e l’energia. Ma deve dimettersi un anno dopo, a seguito della pubblicazione di un video che lo ritrae discutere una tangente di 700.000 € sulla costruzione di una centrale idroelettrica, vantandosi di aver influenzato perfino la Corte suprema. Un anno dopo, la stessa Corte suprema lo assolve per mancanza di prove.
Alle elezioni politiche del 2013, Meta rompe con Berisha per allearsi con i socialisti di Rama. Alle elezioni il LSI ottene 16 seggi e Ilir Meta viene nominato Presidente del Parlamento.