“Putin in questi giorni ha lanciato il solito ricatto nucleare, lo abbiamo già sentito nel passato, dobbiamo, invece, interpretare solamente i segnali che ci provengono dalla Russia”. A dirlo al tg4 è il generale Pasquale Preziosa, gia capo di stato maggiore dell’Aeronautica ed oggi presidente dell’Osservatorio Sicurezza di Eurispes.
Prosegue il generale: “Putin ha alzato la sciabila nucleare, ha fatto sentire il suo tintinnio lanciando un segnale alla Nato: sono disposto ad utilizzare le armi nucleari soprattutto verso l’Ucraina, rammentando all’Alleanza di essere una potenza nucleare. Preziosa sulla mobilitazione parziale ordinata da Putin ha detto che la stessa “ha una debole giustificazione perchè con le forze attuali riesce a mantenere le regioni dell’Ucraina che ha già occupato“. Altro segnale è quello di aver dato il via al referendum ha enfatizzato Preziosa:”Sono tre seganli geopolitici che vanno letti insieme“.
Preziosa rispetto ai segnali di Mosca ha detto che “La Russia ha raggiunto il suo risultato relativamente ai livelli di ambizione in Ucraina ed è pronta quindi a congelare il tutto e a sedersi al tavolo delle trattative rimettendo la palla nel campo ucraino e quindi americano“. L’ex capo dell’Aeronautica con pragmatismo dice anche che “questa retorica nucleare potrebbe sempre sfuggire di mano a qualcuno e provocherebbe solo disastri”.
“Putin, aggiunge Preziosa, ha cercato di sedersi, oppure quantomeno tenta di sedersi al tavolo delle trattattive da una posizione di forza sbandierando le armi nucleari, il referendum e la mobilitazione. Sulla mobilitazione i frutti eventuali si vedrebbero fra tre/quattro mesi ma il segnale è chiaro: la Russia è pronta ad andare avanti per anni e anni in questa guerra”.
In conclusione il generale Preziosa stigmatizza le mosse di Putin:”in definitiva, ha lanciato da una posizione di forza i suoi elementi per una trattativa che potrebbe avere luogo ad Ankara rimettendo la palla nelle mani di Kiev. La svolta potrebbe venire dopo il referendum con la risposta di Kiev e quindi degli Stati Uniti. L’inizio di qualsiasi trattativa dovrebbe aprirsi con negoziati politici a cui seguiranno quelli diplomatici. Occorre una nuova Vestfalia ma non dobbiamo attendere trent’anni per raggiungere ai trattati. Occorrono trattati nuovi con occhi moderni per dare stabilità al nuovo ordine mondiale: sarà un’occasione per stabilire un nuovo ordine mondiale, una nuova architettura di sicurezza soprattutto in Europa, tra Russia e Stati Uniti e tra Stati Uniti e Cina dove il punto di caduta è naturalmente Taiwan”.