In relazione agli ultimi avvenimenti nel conflitto russo-ucraino con la presa da parte della Wagner della roccaforte di Bakhmut, lo sconfinamento di presunte truppe rivoluzionare russe a Belgorod e la richiesta di F16 accolte dall’Occidente, abbiamo chiesto al generale Pasquale Preziosa, presidente dell’Osservatorio Sicurezza di Eurispes un analisi dal punto di vista strategico militare.
Generale, come possiamo commentare questo attacco a Belgorod con droni che tra l’altro dovrebbero essere americani?
Questo attacco di partigiani russi nazionalisti anti Putin sono partiti dall’Ucraina quindi hanno una gemmazione tutta Ucraina. In TV sono stati mostrati alcuni danni infrastrutturali fatti al di là dei confini ucraini da queste forze definite dagli ucraini stessi rivoluzionarie.
I cittadini delle zone colpite da questi attacchi sono stati spostati in zone più sicure e un contingente militare russo è stato trasferito in loco per mettere in sicurezza l’area interessata.
Il portavoce del Cremlino Peskov ha detto che i sabotatori verranno “spazzati via”. Da una prima analisi sembra, al momento, più una guerra di narrativa che l’inizio di un filone di destabilizzazione interna del regime di Putin. È comunque necessario osservare le prossime mosse di questi partigiani per valutare il loro potenziale di contaminazione della classe sociale russa.
Questi partigiani, si dice, siano russi che però vivono in Ucraina in quanto il dissenso in Russia non è permesso. Infatti, tutti gli oppositori al regime di Putin che vivono in Russia sono in galera. Coloro che sono all’estero e hanno manifestato dissenso verso il regime di Putin sono stati perseguitati ed eliminati ad eccezione di quelli che vivono in Ucraina.
La Russia viene anche definita una anocrazia perché mescola l’autarchia con alcuni elementi di democrazia, senza purtroppo il rispetto pieno delle regole né dell’una né dell’altra caratteristica. C’è comunque da rilevare che Putin, secondo anche gli ultimi sondaggi, gode, all’interno del suo paese, di elevato consenso tra la popolazione.
Questo stride con la possibilità che questi movimenti rivoluzionari possano diffondersi nel Paese. Credo che queste azioni messe in atto oltre il confine ucraino siano il frutto dei servizi segreti ucraini i cui veri fini potrebbero essere più chiari tra qualche tempo.
Analizziamo anche quella che è la situazione a Bakhmut perché il centro, il cuore della città, ormai lo abbiamo capito, dovrebbe essere nelle mani dei russi, mentre intorno alla città si continua a combattere. Bakhmut è pertanto una città simbolo, ma si continua a combattere perchè l’Ucraina sta preparando la contro offensiva annunciata ormai da tantissimo tempo. Ora Kiev ha chiesto anche gli F16.
Generale, a proposito di F16, quanto sono importanti e come potrebbero cambiare evidentemente le sorti di questa guerra?
In questa guerra è mancato proprio l’impiego del potere aereo da ambedue le parti nel senso che è stata utilizzata soprattutto la parte missilistica sia offensiva sia difensiva. L’Aeronautica ha avuto un limitato impiego perché le due regioni sia quella russa sia quella ucraina sono fortemente difese da efficaci sistemi contraerei.
Per condurre operazioni aeree in queste aree fortemente difese è necessario avere mezzi di ultima generazione (5^ generazione) capaci di penetrare le difese nemiche con basso rischio operativo.
L’impiego di velivoli F 16 di 4^ generazione nel teatro ucraino dovrà considerare tale scenario perché il livello operativo di rischio non sarà basso e necessiterà di un impiego esteso di pacchetti di guerra elettronica a supporto delle campagne aeree.
L’impiego delle forze aeree innalzerà i costi del confronto ed è difficile valutare oggi gli effetti sul piano operativo perché occorrerà valutare la risposta russa a tale iniziativa occidentale.
Il potere aereo russo è ancora intatto. L’uso del potere aereo ucraino solo nel territorio ucraino non potrà ledere il potere aereo russo che oggi è interamente schierato in territorio russo.
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