Un giudice americano ha bloccato la maxi commessa da 10 miliardi di dollari che il Pentagono aveva affidato a Microsoft per la realizzazione dei servizi iCloud. Il colosso guidato da Jeff Bezos aveva fatto ricorso denunciando interferenze politiche da parte della Casa Bianca volte a estromettere Amazon dalla partita. Lo stop al contratto denominato Jedi (Joint Enterprise Defense Infrastructure) e che affidava la maxi commessa del Pentagono a Microsoft è temporaneo. I giudici vogliono vederci chiaro dopo la causa legale presentata da Amazon che afferma di essere stata discriminata per motivi politici – noto l’astio tra Donald Trump e Jeff Bezos che è anche il proprietario del Washington Post – e che ha chiesto alla Corte di chiamare a deporre lo stesso Trump, il segretario alla difesa Mark Esoer e il suo predecessore James Mattis. Microsoft ed Amazon da tempo si stanno «sfidando» a distanza per il dominio nel settore del cloud. L’Europa, scrive Cosera, è ancora irrilevante. Oggi i nostri dati, seppur parcheggiati su server europei, sono accessibili ai colossi tech Usa, che li usano a loro piacimento. Non a caso la nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha confermato al forum di Davos: «La priorità dell’Europa è la sovranità digitale». Il governo tedesco ha realizzato una rete di cloud (Gaia).
La mega commessa di 10 miliardi di dollari
Con 10 miliardi di dollari il Pentagono si era affidata a Microsoft per i servizi di cloud computing. Uno schiaffo che l’amministrazione Trump aveva voluto dare ad Amazon che, sicura della commessa, già stava lavorando al progetto, aveva anche acquistato locali e appartamenti vicino al Pentagono.
A vincere, titolavano i giornali dell’epoca, la nota ostilità tra Donald Trump e il re di Amazon, Jeff Bezos. Amazon controlla il 40% dell’e-commerce, vendendo 6 milioni di oggetti al secondo. Aws, la di visione dei servizi web, controlla oltre metà del mercato Usa del cloud computing: istituzioni, grandi aziende come Unilever e General Electric e persino la Cia, affidano i loro dati ai server Amazon. Nel 2013 la Cia decide di affidare i suoi dati di intelligence ai servizi cloud di Amazon: un contratto da 600 milioni di dollari. Da allora le spese di lobbying di Amazon a Washington aumentano del 470 per cento. Nel 2017 Bezos entra a far parte del panel di consulenza del dipartimento della Difesa sulla tecnologia. Nell’autunno dello stesso anno il Pentagono annuncia il progetto Jedi, ossia Joint Enterprise Defense Infrastructure. Piano per migrare tutti i dati della Difesa su una “nuvola” centralizzata, in modo da poter utilizzare in modo più agevole l’intelligenza artificiale e comunicare anche da campi di battaglia distanti.
Il progetto Jedi del Pentagono risale ai tempi dell’amministrazione Obama. A luglio scorso Trump aveva annunciato un’indagine interna sulla gara d’appalto per Jedi, dicendo di avere ricevuto dei reclami dai concorrenti di Amazon. Alla fine si è aggiudicata la commessa miliardaria proprio Microsoft, in forte crescita proprio per la strategia del suo ceo, Satya Nadella, che tre anni fa, scrive il Sole24Ore ha scommesso su Azure, la sua divisione cloud (+36% di crescita per 11,6 miliardi) nell’ultima trimestrale appena pubblicata, prima dell’annuncio del Pentagono).