(di Nicola Simonetti) “Settimana Mondiale del Cervello”, organizzata dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) cui A.L.I.Ce. Italia Onlus, Associazione per la Lotta all’ictus cerebrale conferma il proprio impegno. Tema centrale: “Proteggi il tuo cervello”.
L’ictus non è – come finora creduto – evento proprio della terza età. Il recente caso dell’attore Luke Perry ucciso dall’ictus a 52 anni, richiama l’attenzione sull’ictus giovanile.
In Italia si calcola che circa 12.000 soggetti di età inferiore a 55 anni ne vengano colpiti ogni anno. “Il problema assume particolare rilevanza se si tiene conto che – dice il Prof. Carlo Gandolfo, neurologo, università, Genova – il numero di nuovi casi che si verificano in un anno nella popolazione più giovane, sembrerebbe tendere ad aumentare, mentre, grazie all’efficacia della prevenzione, nelle altre fasce di età più avanzata l’incidenza tende a diminuire, almeno in tutte le nazioni economicamente avanzate. Inoltre, nei giovani, più spesso che negli anziani, l’ictus si presenta nella sua forma più grave, cioè come emorragia intra-cranica (lacerazione spontanea di un’arteria con fuoriuscita di sangue a pressione elevata che mortifica le strutture cerebrali), che ha un tasso di mortalità più che doppio rispetto alle peraltro molto più frequenti forme ischemiche (dovute ad occlusione di un’arteria cerebrale).
Il tragico evento di Perry – conclude Gandolfo – dovrebbe stimolare la popolazione a prestare maggior attenzione alla correzione di quei fattori di rischio modificabili che aumentano la probabilità di malattia, in particolare l’aumento della pressione arteriosa, il fumo, l’alcool, l’assunzione di sostanze illecite, tutti fattori che sono notoriamente connessi con l’ictus ed in particolare con le forme emorragiche”.
Ogni anno si registrano il doppio di nuovi casi di ictus giovanile rispetto ai nuovi casi di sclerosi multipla (patologia il cui esordio si manifesta principalmente tra i 20 e i 30 anni) e lo stesso numero di casi rispetto a quelli di epilessia. La “giovanilità” in aumento dell’ictus va attribuito soprattutto a maggiore diffusione dell’abuso di droghe e alcol. L’uso smodato di quest’ultimo è considerato un fattore di rischio per ictus sia ischemico che emorragico. Può agire sia come fattore di rischio classico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, sia come fattore precipitante, che determina, cioè, l’insorgenza dell’evento acuto, ad esempio in occasione di una forte bevuta (binge drinking).
“L’ictus, è malattia multifattoriale, causata dalla concomitante azione di più fattori: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, sedentarietà ed alcune anomalie cardiache e vascolari. In occasione della Settimana Mondiale del Cervello – dice la dr Nicoletta Reale, presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus – la nostra Associazione intende ribadire che mettere in atto piccoli accorgimenti può aiutare a proteggere il proprio cervello. Quindi: tieni sotto controllo la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale e gli zuccheri nel sangue. Adotta stili di vita sani: smetti di fumare, segui una corretta alimentazione, controlla il tuo peso e svolgi regolare attività fisica”.
Anche la settimana mondiale 2019, dedicata al tema “Togliamo il sale dai menù” (Let’s take salt off the menu), mira, quest’anno, a promuovere l’azione degli Stati e a sensibilizzare l’opinione pubblica, ricordando gli effetti nocivi del consumo eccessivo di sale e incoraggiando la popolazione ad apportare modifiche alle abitudini alimentari e di acquisto.
L’ambizioso obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è ridurre del 30% l’introito di sale entro il 2025, per questo WASH ricorda 5 azioni concrete per ridurre il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno, così come raccomandato dall’OMS:
- usa erbe, spezie, aglio e agrumi al posto del sale per aggiungere sapore al tuo cibo;
- scola e risciacqua verdure e legumi e in scatola mangia più frutta e verdura fresca;
- controlla le etichette prima di acquistare per aiutarti a scegliere prodotti alimentari meno salati;
- usa gradualmente meno sale nelle tue ricette preferite – le tue papille gustative si adatteranno;
- togli dalla tavola sale e salse salate in modo che i più giovani della famiglia non si abituino ad aggiungere il sale.