Gran Bretagna, la premier May sollecitata a processare i giganti del web

Secondo quanto riferito dalla Agenzia Nova, i giganti del web ed i social media dovrebbero essere puniti con multe o addirittura essere processati penalmente se rifiutano di rimuovere da internet i contenuti a sfondo razzista, estremista o che rigardano abusi sui bambini: a raccomandarlo alla premier britannica Theresa May è il Comitato sugli standard della vita pubblica, una commissione indipendente che consiglia il primo ministro sui temi etici, nel rapporto che presenterà al governo domani mercoledì 13 dicembre. Lo riferisce il quotidiano “The Times”, che è venuto in possesso di una copia del testo, secondo cui i social media dovrebbero essere trattati alla stregua di editori ed essere ritenuti responsabili dei contenuti illegali che essi pubblicano su internet. Il Comitato etico, presieduto da Lord Bew e costituito da membri nominati da tutti i partiti, era stato incaricato dall’esecutivo di indicare le linee-guida di una legislazione capace di porre argine all’ondata di fake news, di insulti e diffamazioni ed alle campagne di odio che hanno preso d’assalto il web nel corso dell’ultima campagna elettorale in Gran Bretagna. Sebbene il rapporto non dia specifiche indicazioni sulle sanzioni a cui i giganti di internet potrebbero andare incontro se non ottemperassero alle nuove regole allo studio, secondo il “Times” è implicito che i loro responsabili potrebbero essere processati penalmente in base alla legge che il governo ha già annunciato di voler adottare. Il quotidiano inglese in particolare punta il dito contro YouTube e FaceBook, accusandoli di ospitare contenuti chiaramente antisemiti ed inneggianti all’estremismo islamico, o video di abusi sui bambini. La premier May in passato aveva anticipato di voler costringere i social media a rimuovere nello spazio di poche ore qualsiasi contenuto a favore del terrorismo ed aveva spiegato di star lavorando a questo scopo di concerto con gli altri paesi del G7; le ministre degli Interni Amber Rudd e della Cultura Karen Bradley stanno mettendo a punto un piano che potrebbe essere annunciato dopo Natale. “Se le raccomandazioni del Comitato etico saranno recepite”, ha detto al “Times” l’esperto giuridico Tony Jaffa, “le società tecnologiche diventeranno direttamente responsabili per i materiali che pubblicano sui loro siti web e quindi dovranno modificare sostanzialmente le attuali procedure per la rimozione di contenuti vietati, altrimenti rischiano cause civili o addirittura processi penali”.
Foto: in terris

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