India e Cina rafforzano relazioni bilaterali

Il primo ministro indiano, Narendra Modi si recherà in Cina  per il rafforzamento delle relazioni bilaterali.

Il consigliere di Stato cinese, Wang Yi, ha comunicato la notizia che il premier indiano e il presidente Xi si incontreranno nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 aprile nella città di Wuhan, nella Cina centrale. La conferma di Wang, avvenuta domenica 22 aprile, è giunta al termine di un incontro con il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, a Pechino. “Quest’anno, sotto la guida dei nostri leader, le relazioni tra Cina e India hanno compiuto progressi positivi e segnato una ripresa”, ha commentato Wang, aggiungendo che ora entrambi i Paesi devono lavorare sodo per far sì che gli incontri tra i rispettivi diplomatici segnino una nuova pietra miliare nel consolidamento dei legami bilaterali. Il consigliere cinese ha infine affermato che, sviluppando le proprie relazioni diplomatiche, la Cina e l’India dovrebbero altresì badare a rafforzare la loro cooperazione nel rispetto reciproco delle relative differenze. Le parole di Wang sono state divulgate dal ministero degli Esteri cinese.

L’imminente visita di Modi in Cina è tanto più inaspettata in quanto una sua visita al Paese asiatico è prevista anche per il prossimo giugno, in occasione di un vertice che si terrà a Qingdao; tale incontro è organizzato dalla Shanghai Cooperation Organisation, un gruppo di sicurezza a guida cinese e russa a cui, a partire dal 2017, si è unita anche l’India. È raro che i membri di una delegazione straniera visitino la Cina due volte di seguito a distanza così ravvicinata, come avverrà nel caso dell’India. Xi Jinping, inoltre, riserberà a Modi l’onore di riceverlo all’infuori della capitale Pechino, cosa che non avviene quasi mai, a meno che non vi siano vertici multilaterali ai quali prendere parte.

Modi ha cercato di riallacciare i legami con la Cina dopo alcune vicende che hanno messo in pericolo la relazione tra i due Paesi, in particolare le dispute circa i relativi confini con il Tibet. Le due nazioni, nell’estate del 2017, sono rimaste lungamente in una fase di tensione e stallo con il pericolo di un intervento militare da parte di uno dei due eserciti, schierati per 73 giorni lungo suddetto confine conteso. In questo contesto, i soldati di ambo le fazioni hanno iniziato a tirarsi pietre e fare a pugni. La disputa tra i due Paesi, entrambi forniti di arsenali nucleari, lungo le pendici dell’Himalaya, ha evidenziato le preoccupazioni indiane circa l’espansione dell’influenza economica cinese e il crescente peso che Pechino esercita, in materia di sicurezza, sulla sfera dell’Asia meridionale. L’ambiziosa iniziativa cinese denominata Belt and Road, inerente alla costruzione di infrastrutture, mezzi di trasporto e rotte energetiche, non tocca l’India, fatto salvo per una piccola porzione di confine conteso nella regione del Kashmir, il quale è rivendicato anche dal Pakistan; tuttavia, il progetto infrastrutturale cinese abbraccia i Paesi limitrofi: Sri-Lanka, Nepal e Maldive.

In India, il governo nazionalista di Modi ha recentemente fatto un’inversione di rotta nella strategia relativa ai legami bilaterali con Pechino, probabilmente alla luce del fatto che una politica più intransigente si è dimostrata inefficace. Anche il Dalai Lama, leader spirituale tibetano che vive in India e che la Cina considera un pericoloso separatista, è al momento trattato con grande freddezza dal governo del primo ministro indiano. A marzo 2018, l’India ha emanato per la prima volta un divieto che proibisce ai tibetani di indire un raduno con il Dalai Lama a Nuova Delhi. Tale evento avrebbe dovuto celebrare il 60imo anniversario dall’inizio delle loro sommosse contro il governo cinese. Vi sono ulteriori ambiti di disaccordo che restano tuttora insoluti tra Pechino e Nuova Delhi; in particolare, la Cina ha bloccato l’ingresso dell’India a un cartello nucleare, e ha altresì posto il veto su una serie di sanzioni proposte contro un Masood Azhar, il leader del gruppo militante Jaish-e-Mohammad, operativo in Pakistan e responsabile di attacchi nel territorio indiano.

India e Cina rafforzano relazioni bilaterali