Leonardo-Finmeccanica, il silenzio degli innocenti

(di Emanuela Ricci) Leonardo, anzi meglio Finmeccanica, propongo di ritornare al vecchio nome, quello che vedeva la compagnia tra i leader mondiali nel campo della difesa e aerospazio. Cambiando il nome si è pensato di dare la svolta, così è stato: una svolta verso il baratro. Questa mattina scorrevo la rassegna stampa e le maggiori testate italiane hanno dedicato la vetrina alla testa mozzata della Boldrini, apparsa sui social, oppure alle gesta del folle di Macerata che ha sparato all’impazzata sui migranti. Senza nulla togliere alla gravità dei due avvenimenti, si sta consumando in Italia un’altro dramma di cui nessuno ne parla, ovvero si tiene lontano dal trattarlo. Il Tempo ha fatto un editoriale che spiega in maniera cristallina la vicenda che sta toccando un nostro “gioiello”, Leonardo, anzi Finmeccanica, continuerò a chiamare il gruppo così, perchè meglio rende l’idea e magari risveglia le coscienze di qualcuno ai piani alti del Governo. Finmeccanica è infatti una compagnia controllata dal Governo, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze che detiene una quota pari a circa il 30%.

Il primo gennaio 2017, sotto la guida dell’Ing. Moretti è diventata Leonardo Spa ed è iniziata una ristrutturazione interna tesa a razionalizzare le spese strutturando l’azienda in sette divisioni operative. Fin qui tutto appariva lineare, poi si è iniziato a tagliare/vendere asset importanti tipo Ansaldo Energia, e parte del Trasporto Ferroviario. Si è rischiato di cedere anche importanti quote di MBDA, specializzata nella missilistica. Il punto è che sono stati tagliate sicure fonte di ricavi che avrebbero consentito investimenti futuri e maggiori risorse alla ricerca e sviluppo. Il risultato? Scarsa futuribilità nel lungo termine, ovvero il declino dell’azienda.

Atteso che oramai non si può più tornare indietro con il nome, occorre fare squadra intorno ad uno dei gioielli di famiglia, una volta più invidiato al mondo. Fare squadra significa, lavorare tutti insieme per un futuro credibile, soprattutto dai mercati che hanno mal digerito il recente piano industriale presentato dall’Ad Profumo.

Il Governo, ma anche Leonardo devono muoversi e alla svelta, sia all’interno dell’Italia, ma soprattutto all’estero, dove la concorrenza degli altri paesi è spietata. Leonardo deve diventare più umile e scendere da un piedistallo che oramai non le appartiene più ed iniziare a lavorare sodo. Occorre fare una rete “vera” tra le imprese grandi, e mi riferisco a Fincantieri e tra le medie e piccole imprese che sempre più spesso guardano all’estero cercando di diventare first player in contesti e consorzi internazionali. Le piccole e medie imprese italiane dell’alta tecnologia producono prodotti di nicchia davvero unici dalla manifattura di altissima qualità. Ecco occorre iniziare da qui. Leonardo deve intercettarle tutte e metterle a sistema, specialmente per la ricerca e sviluppo. Fincantieri ha sempre coltivato questo principio e riesce ad offrire prodotti d’avanguardia non replicabili all’estero.

Per quanto riguarda il Governo, il prossimo naturalmente, deve guardare con più attenzione a quello che fanno gli altri big europei. Francia e Germania non sembra che rispettino alla lettera i dettami delle sanzioni Onu verso paesi terzi. Recenti rivelazioni confermano che Francia, Germania ma anche Inghilterra fanno commesse con Russia, Iran, Iraq (dove Leonardo era presente..), Qatar etc. senza alcun problema. Ieri è stato scoperto che presso l’Ambasciata della Corea del Nord  a Berlino, si effettuavano scambi commerciali per prodotti tecnologici “dual use”, che verosimilmente possono servire per i programmi missilistici e nucleari di Kim Jung un.

Allora, Italia sveglia perchè nulla è perduto, Leonardo ha una grande possibilità di poter entrare con Fincantieri nell’affaire con Stx-France, anche se i francesi puntano sulla transalpina Thales. Lavorare sodo, con una strategia credibile, facendo sistema anche con la posizione italiana in politica estera , potrebbe essere la chiave di svolta. In Iraq, per esempio tocca ricostruire un Paese da zero, l’Italia non può perdere questa occasione.

 

Leonardo-Finmeccanica, il silenzio degli innocenti

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