Il sottosegretario Onu per gli Affari politici in visita a Pyongyang

Secondo quando riportato dall’agenzia Nova, il sottosegretario generale per gli Affari politici delle Nazioni Unite (Onu), Jeffrey Feltman, si recherà in visita a Pyongyang a partire da oggi per discutere “questioni di mutuo interesse e preoccupazione”. Lo ha annunciato un portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, nella serata di ieri. Feltman incontrerà il ministro degli Esteri nordcoreano, Ri Yong Ho, e altri funzionari di quel paese, con l’intenzione di sollevare il tema dei programmi balistico e nucleare di Pyongyang. Nel corso della visita, che si protrarrà per quattro giorni, il funzionario dell’Onu incontrerà anche la delegazione diplomatica delle Nazioni Unite nel paese. La visita di Feltman, ha puntualizzato il portavoce, “giunge in risposta a un invito al dialogo politico con l’Onu esteso da tempo dalle autorità di Pyongyang”, e fornirà l’occasione per “discussioni ad ampio spettro”.

Feltman sarà il primo alto funzionario delle Nazioni Unite a visitare la Corea del Nord dopo il suo predecessore, Lynn Pascoe, che vi si recò nel febbraio 2010. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito il programma nucleare nordcoreano “una delle questioni più pressanti” che la comunità internazionale si trova a dover affrontare. Feltman ha dichiarato d’aver incontrato l’ambasciatore nordcoreano alle Nazioni Unite, Ja Song Nam, dopo il test di un missile balistico intercontinentale effettuato da Pyongyang mercoledì scorso. Il Consiglio di sicurezza ha imposto dure sanzioni alla Corea del Nord l’11 settembre scorso, in risposta all’ultimo test nucleare di Pyongyang, prendendo di mira per la prima volta le forniture di petrolio e gas destinate a quel paese.

Mercoledì scorso la Corea del Nord ha effettuato il lancio di un missile balistico a lungo raggio, interrompendo bruscamente una pausa di circa 10 settimane dalle provocazioni armate di quel regime. Stando alle prime informazioni diffuse dal Pentagono e dal ministero della Difesa giapponese, il missile è stato lanciato da Sain Ni, in Corea del Nord, e si è inabissato 53 minuti più tardi nel mar del Giappone a circa 250 chilometri dalla costa del Giappone. Secondo la Difesa della Corea del Sud, il missile lanciato da Pyongyang è un missile balistico intercontinentale (Icbm) Hwasong 14, simile a quello lanciato nel mar del Giappone lo scorso luglio. Il missile ha raggiunto una altitudine massima di oltre 4 mila chilometri e percorso una distanza di circa mille chilometri. Il ministro della Difesa giapponese, Itsunori Onodera, ha riferito che il missile si è suddiviso in più parti durante la fase terminale del suo volo, e non è dunque da escludere che Pyongyang abbia testato un vettore a testate multiple indipendenti (Mirv).

Il leader nordcoreano, Kim Jong Un, ha accolto il successo del test di lancio come una vittoria strategica fondamentale per il paese: la Corea del Nord, ha dichiarato, “ha completato la fase di sviluppo del proprio programma nucleare”. L’emittente televisiva di Stato nordcoreana ha annunciato che il regime ha collaudato il prototipo di un nuovo missile balistico intercontinentale, denominato “Hwasong 15”, in grado di colpire l’intero territorio nazionale degli Stati Uniti. Stando agli organi di regime, Pyongyang intende affermarsi d’ora in poi come potenza nucleare “responsabile”. “Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, ha annunciato che il paese ha realizzato la sua grande ambizione storica di completare la forza nucleare dello Stato”, recita il comunicato diffuso dai media del regime. Solo pochi giorni fa, l’intelliegnce sudcoreana aveva sostenuto che Pyongyang faticava a conseguire progressi sul fronte della miniaturizzazione delle testate nucleari e delle tecnologie di rientro atmosferico delle testate. Il test di questa mattina, però, sembra smentire almeno in parte queste valutazioni, e Seul ha ammesso di non poter escludere la piena operatività del test nucleare nordcoreano entro un anno.

All’indomani del test balistico nordcoreano, il governo Usa ha esortato Pechino a “tagliare le forniture di petrolio alla Corea del Nord”: tale misura, ha dichiarato l’ambasciatore usa all’Onu, Nikki Haley, “costituirebbe un passo cruciale nel contesto degli sforzi tesi a fermare questo paria della comunità internazionale”. Geng Shuan, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato ieri che “la Cina esprime grave preoccupazione e opposizione” alla decisione di Pyongyang di testare un missile balistico intercontinentale”. Il portavoce ha fatto ricorso a toni più duri rispetto a quelli sinora utilizzati da Pechino; la Cina, però, non si è espressa in merito a un eventuale embargo petrolifero alla Corea del Nord, che spingerebbe il regime, già sottoposto a un duro regime sanzionatorio internazionale, in una posizione ancor più difficile.

Il sottosegretario Onu per gli Affari politici in visita a Pyongyang