Putin con il super missile Sarmat rinforza il suo micidiale arsenale militare

   

(di Massimiliano D’Elia) Sarà operativo entro la fine di quest’anno, il super missile balistico intercontinentale Sarmat, l’arma più sofisticata e temuta dell’arsenale del Cremlino. Lo ha annunciato Vladimir Putin in persona, parlando ai giovani diplomati delle accademie militari della Russia.

Un Putin fiero e orgoglioso ha annunciato ai cadetti l’operatività, entro fine anno, della sua nuova arma strategica, il missile balistico intercontinentale Sarmat. Pronti in 50 esemplari già nel 2022 hanno una gittata di circa 20 mila chilometri, possono caricare fino a 12 – 24 testate termonucleari in grado di prendere diverse direzioni contemporaneamente: “Non c’è dubbio che saremo ancora più forti, ha detto ai giovani militari Putin, e di fronte alle nuove minacce e rischi, svilupperemo e rafforzeremo le nostre forte armate, alla luce delle lezioni dei moderni conflitti”.

Test Sarmat di aprile scorso

Il Sarmat è un’arma a tutto campo e può montare anche il nuovo sistema ipersonico a planata denominato Avangard. Un’arma quest’ultima che spinse Putin a dichiarare al mondo già nel 2018: “di essere invincibili”. Il riferimento era dovuto al successo dei test militari sui nuovi armamenti sviluppati negli ultimi anni a tecnologia ipersonica.

L’Avangard, secondo la narrativa del Cremlino, sarebbe in grado di eludere il sistema di difesa missilistico americano, modernissimo ed infallibile fino ad oggi, il Thaad. L’Avangard, secondo gli esperti, dovrebbe effettuare una traiettoria al di sopra del Polo Sud.

In relazione alle truppe in Ucraina Putin ha detto che ci sarà un rafforzamento immediato delle truppe sul campo con la consegna dei nuovissimi sistemi di difesa missilistica S-500 (totalmente progettati e costruiti in Russia), in grado di colpire anche obiettivi nello spazio.

Al di là della propaganda russa e sull’effettiva capacità missilistica ventilata a mezzo mondo, certo è che con il missile ipersonico Khinzal, già utilizzato in Ucraina, le forze armate di Mosca hanno già dimostrato di essere molto avanti rispetto rispetto all’Occidente su questa innovativa tecnologia.

Il Kinzhal ha una gittata dichiarata di 1.500-2.000 km con un carico utile nucleare o convenzionale di 480 kg. È lungo 8 metri, con un diametro di uno e un peso di lancio di circa 4.300 kg. Simile per dimensioni al missile balistico a corto raggio 9M723 Iskander, ha tuttavia caratteristiche distintive, tra cui una sezione di coda ridisegnata e timoni ridotti. Dopo il lancio, il Kinzhal accelera rapidamente fino a Mach 4 e può raggiungere velocità fino a Mach 10 (12.350 km/h). Questa velocità, combinata con la traiettoria di volo irregolare del missile e l’elevata manovrabilità, può complicarne l’intercettazione.

Le altre armi di Putin

PERESVET. Oltre ai super missili Putin potrebbe avere ulteriore deterrenza grazie ai sistemi di combattimento basati sul Laser “Peresvet”. L’agenzia Reuters ha riferito che la Russia starebbe usando una nuova generazione di queste tipologie di armi per colpire i droni in Ucraina.

Yuri Borisov, il ministro incaricato dello sviluppo bellico, ha detto ad una conferenza che Peresvet viene ampiamente usato e che può “accecare” bersagli come i satelliti a 1.500 km di altezza. Il Peresvet ha una funzione difensiva e prende il nome da un monaco guerriero del XIV secolo, eroe della battaglia di Kulikovo. L’arma strategica è stata svelata da Putin nel 2018 ed è entrata ufficialmente in servizio nel dicembre 2019.

PERESVET

KALIBR. Molto interessante il recente schieramento dei missili da crociera Kalibr (subsonici-supersonici) sulle navi da combattimento.

Secondo l’agenzia russa Interfax un sottomarino russo, ad aprile scorso, avrebbe lanciato missili Kalibr su obiettivi militari ucraini dal Mar Nero. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. “L’equipaggio di un sottomarino della flotta del Mar Nero ha sparato una salva con missili da crociera Kalibr su obiettivi di terra precedentemente identificati dal Mar Nero“, ha affermato il ministero.

I missili Kalibr (nome in codice Nato SS-N-27 Sizzler ed SS-N-30A), noti anche come 3M-54, 3M-14 ed R91, sono missili cruise di fabbricazione russa lanciabili da navi di superficie e sottomarini in funzione anti-nave,anti-sommergibile  e da attacco terrestre. Lo sviluppo di questi missili è stato curato dal Design Bureau Novator.

Il missile fa parte di un sistema modulare che, oltre a conservare nelle diverse versioni un certo numero di componenti comuni, è compatibile con un sistema di lancio verticale universale che la Marina russa ha gradualmente adottando su tutte le sue unità maggiori. Sarebbe in  in fase di test una versione autosufficiente camuffata da container per trasporto merci, al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione del complesso. 

L’intera famiglia Kalibr è stata sviluppata a partire dal 1985 e la sua esportazione è iniziata a partire  dal 1993. E’ stato mostrato per la prima volta in pubblico nel 2021 e la Nato  stabilì le sue designazioni con l’identificativo SS-N-27A. E’ definito un missile 3M-54 a tre stadi, mentre con la designazione SS-N-27B si sarebbe riferito alla versione 3M-14 a due stadi. 

I missili Kalibr, lunghi più di 6 metri, rappresentano uno dei pilastri delle capacità offensive dell’esercito del Cremlino con una gittata stimata di circa 1.500-2.500 chilometri. Nel 2015 sono stati usati durante il conflitto in Siria: 26 missili Kalibr sono stati lanciati attraverso navi russe spostate per l’occasione nel Mar Caspio. In quel caso i missili hanno volato per circa 1800 chilometri prima di raggiungere i loro obiettivi. 

Poi nel 2017 e 2018 sono stati registrati altri test missilistici effettuati dalle fregate russe Gepard.  

L’ultimo test a gennaio del 2022 da posizione sommersa nel Mar del Giappone. Del test ha dato conto il ministero della Difesa russo – ripreso dalla Tass – precisando che “il missile ha colpito l’obiettivo costiero nel poligono Syurkum, nella regione di Khabarovsk nel tempo previsto” e che “il missile è stato lanciato da una distanza di oltre 1.000 chilometri”.

ZIRCON. Il missile ipersonico Zircon (mille chilometri, Mach 8-9) antinave (invisibile ai radar) è stato testato a fine maggio scorso. Noto anche come 3M-22 Tsirkon è stato progettato per distruggere le più grandi unità navali e terrestri – portaerei, incrociatori e cacciatorpedinieri – è considerato una delle armi più micidiali di fabbricazione russa.

Il missile è stato lanciato dalla fregata Ammiraglio Gorchkov dal Mare di Barents verso il Mar Bianco, entrambi nel Mar Glaciale Artico. Può viaggiare a una velocità vicina a Mach 9 (circa 11mila chilometri orari), ad altitudini comprese fra i 30 e i 40 km, dove l’aria è più rarefatta e l’attrito inferiore.

L’America corre per colmare il gap capacitivo

L’Aeronautica americana nel mese di maggio scorso ha annunciato di aver effettuato con successo il lancio di un suo missile ipersonico – AGM-183 ARRW -, sganciato da un bombardiere B-52H al largo della costa della California. Ha volato a Mach 5. Non velocissimo perché non ha raggiunto i Mach 10 dei missili concorrenti di Cina e Russia ma ha dimostrato un’evidente capacità di cambiare traiettoria, caratteristica fondamentale per eludere le difese missilistiche moderne.

L’ AGM-183 ARRW utilizza un razzo booster per trasportare il missile a velocità superiori a Mach 5, dopodiché un veicolo planante ipersonico si separa dal booster e plana ad alta velocità verso il suo bersaglio. Prima di questo lancio lo sviluppo dell’arma ha subito tre fallimenti. Nel primo e nel terzo test, il prototipo dell’AGM-183 ARRW non si era sganciato dal B-52H che lo trasportava. Durante il secondo test, il missile si era separato dal velivolo ma senza l’accensione del motore.

Il segretario dell’Air Force Frank Kendall, prima del successo di maggio scorsoha raccontato dei problemi riscontrati dal programma ARRW: “Finora il programma non ha avuto successo nella ricerca e nello sviluppo. Vogliamo vedere una un test positivo prima di prendere la decisione sull’impegno per la produzione, quindi aspetteremo e vedremo”. A ottobre prossimo ci sarà il test definitivo che potrebbe dare il via alla produzione su vasta scala.

Il Pentagono ha accelerato lo sviluppo delle armi ipersoniche per colmare il gap capacitivo con Cina e Russia. Con il via del Congresso ora la strada sembra segnata verso una nuova e affascinante sfida a velocità ipersoniche, oltre Mach 10.

Il programma Lockheed Martin Hypersonic ARRW – Air-launched Rapid Response Weapon – mira a fornire una capacità di armi ipersoniche convenzionali, all’US Air Force, progettate per percorrere 500 miglia in soli 10 minuti.