(di Francesco Matera) Gli analisti internazionali sostengono che la strategia di Putin, a livello globale, sia quella di acquisire estese sfere d’influenza in varie parti del mondo, attraverso l’insediamento di governi “fantoccio” proni al volere del Cremlino.
Dopo aver applicato questa nuova dottrina a diversi paesi africani ora tocca all’Ucraina, dove il moderno zar di Mosca e l’establishment russo vogliono a tutti i costi sostituire il presidente Zelensky con un oligarca fedele a Mosca pronto a lasciare Londra per trasferirsi a Kiev.
Dopo Siria, Libia, Repubblica Centrafricana, Mali e Sudan la Russia sebbene impegnata nella campagna d’Europa con l’invasione dell’Ucraina non ha distolto il suo interesse dall’Africa dove, almeno altri sei leader africani sono pronti a seguire la strategia espansiva ed il modus operandi del governo moscovita.
Gli obiettivi strategici della Russia in Africa, secondo alcuni analisti militari, hanno un target a più ampio respiro: minare il fianco meridionale della Nato cercando di dominare il Mediterraneo. Una strategia che Putin vuole portare avanti, senza alcuna esitazione, confondendo il popolo russo con la necessità storica di dover riabilitare l’identità persa dopo la dissoluzione del blocco dell’ex Unione Sovietica.
La Russia in Africa sta utilizzando, per i suoi fini, strumenti ibridi molto efficaci e a basso costo: ha schierato i mercenari del noto gruppo Wagner, condotto campagne di disinformazione, interferito nelle elezioni e barattato armi per risorse. Questo approccio a basso rischio e ad alto rendimento ha consentito a Mosca di espandere la sua influenza in Africa più rapidamente degli altri attori stranieri presenti nella regione. Ora i combattenti filorussi di Africa e Siria sono pronti ad appoggiare la Russia nello sforzo bellico in Ucraina, sarebbero almeno 16000 i volontari pronti ad unirsi alle truppe regolari di Mosca per combattere la resistenza ucraina particolarmente abile nelle battaglie urbane.
L’Italia in Africa
Il nostro Paese è presente in Africa con la “Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger – MISIN”, comandata dal colonnello pilota dell’Aeronautica Militare, Davide Cipelletti, al fine di incrementare le capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel.
Dal settembre 2018, la MISIN opera secondo un accordo bilaterale tra Italia e Niger, coerentemente allo sforzo multinazionale volto alla stabilizzazione del Sahel (Niger, Mali, Mauritania, Chad e Burkina Faso). Con i suoi MTT (Mobile Training Team) composti da personale dell’Esercito Italiano, dell’Aeronautica Militare, dei Carabinieri e delle Forze Speciali, la Missione italiana garantisce l’incremento delle capacità nigerine nel contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nella sorveglianza delle frontiere e nel controllo del territorio. La MISIN ha formato, ad oggi, oltre 6.000 militari delle Forze di Difesa e Sicurezza nigerine (Forze Armate, Gendarmeria Nazionale, Guardia Nazionale e Forze speciali della Repubblica del Niger).
Conclusi a marzo altri due corsi a favore di militari nigerini
Dal sito dello Stato Maggiore della Difesa, nelle varie news dai Teatri Operativi, ha destato molto interesse l’attività addestrativa svolta, dai soldati italiani della missione MISIN, a favore delle forze nigerine. Due sono stati, infatti, i corsi terminati a inizio marzo che hanno riscosso l’apprezzamento delle Autorità nigerine.
Il primo corso ha favorito lo sviluppo delle capacità tecnico-operative delle Unità destinate al Primo Intervento della Gendarmeria Nazionale, necessarie per fronteggiare attacchi di matrice terroristica, migliorando la sicurezza degli operatori e l’efficienza dell’intervento.
Le operazioni per cui i militari sono stati addestrati, permetteranno di salvaguardare l’incolumità dei civili, evitare danni collaterali e catturare soggetti armati e pericolosi nei casi di gravi eventi.
Durante la cerimonia di fine corso, l’Alto Comandante in seconda della Gendarmeria Nazionale, Colonnello Abdoul Karim Hima, ha sottolineato gli eccellenti rapporti esistenti tra Italia e Niger e le pregevoli capacità degli istruttori italiani della MISIN i quali contribuiscono, con il loro operato, a rendere le Forze di Sicurezza nigerine sempre più pronte a fronteggiare le quotidiane sfide di sicurezza.
Parallelamente si è concluso ad Agadez il Corso per Operatore di Ordine Pubblico condotto dagli istruttori della MISIN in favore di n. 45 unità delle Forze di Difesa e Sicurezza nigerine (Gendarmeria, Guardia Nazionale e Polizia Nazionale).
L’addestramento svolto ad Agadez, crocevia strategicamente rilevante nella regione per le attività di contrasto ai fenomeni del terrorismo, della criminalità organizzata e dei traffici di esseri umani, armi e droga, consolida l’ottimo rapporto di fiducia e cooperazione costruito con i partner nigerini, che hanno fortemente richiesto la presenza degli istruttori militari italiani in questa vasta e complessa regione del Niger.
Durante le 3 settimane di corso, i 45 frequentatori sono stati formati alla conduzione di operazioni di controllo dell’Ordine Pubblico nel rispetto dei Diritti Umani, adottando le procedure utilizzate dai Carabinieri.
Alla cerimonia di fine corso, il Comandante della 2^ legione della Gendarmeria della Regione di adez ha espresso il suo sincero apprezzamento per le attività svolte, dichiarando che “questa formazione effettuata […] da esperti italiani dotati di esperienza e savoir-faire incontestabili è stata impartita con sicura professionalità e rigore” e “ha permesso ai 45 allievi […] di incrementare le loro conoscenze teoriche e pratiche”.