Putin riceve dal vertice Brics il pieno sostegno dei 4 Paesi e svende il petrolio ai cinesi

L’Occidente impone sanzioni alla Russia, Putin “annicchia” e si lancia nelle braccia di Xi jinping. E’ lo stesso presidente cinese che al vertice da remoto dei paesi del Brics ha pubblicamente parlato dell’ingiustizia delle sanzioni applicate alla Russia: “è stato provato che sono un boomerang, trasformano i rapporti economici in anni”. Continua Xi: “questa crisi dimostra come l’allargamento delle alleanze militari, la ricerca ossessiva di sicurezza per una parte a spese di un’altra portano solo a un dilemma, perché la sicurezza è indivisibile”.

Putin al consesso dei Paesi emergenti non ha solo incassato il sostegno e collaborazione “senza limiti” di Xi ma ha constato anche il pieno endorsement degli altri tre: Brasile, India e Sudafrica. Putin durante il suo intervento è andato giù duro: “gli occidentali ripudiano i principi base dell’economia di mercato, del libero scambio e l’inviolabilità della proprietà privata”.

Paesi, quelli che compongono il Brics, che non applicano sanzioni alla Russia e che desiderano una loro moneta unica, Paesi che costituiscono, nel loro insieme, il 40% della popolazione e detengono il 24% del Pil mondiale. Girarsi dall’altra parte è rivolgersi al Brics è un’eccellente exit strategy economica della Russia impantanata, a dire degli Occidentali, dalle sanzioni impostele. Certo è che a guadagnarci più di tutti è la Cina che come scrive Corsera il petrolio russo le viene venduto a prezzi scontati spingendo così le aziende di raffinamento cinesi a fare il pieno, +55% per cento di importazioni a maggio, che hanno convogliato 7,4 miliardi di dollari nelle casse di Mosca e rappresentano il grosso degli acquisti cinesi di prodotti russi, valutati in 10,2 miliardi di dollari al mese.

Ciononostante le aziende statali cinesi non si sono completamente ed apertamente schierate a supporto dei russi per non subire le sanzioni indirette di Usa e Ue.

Sul fronte della guerra Mosca, nel frattempo, valuta la sospensione delle forniture di elettricità alla Lituania, come rappresaglia per il blocco al transito di alcune merci verso l’enclave russa di Kaliningrad. Decisione presa da Vilnius in aderenza alle sanzioni occidentali. Bruxelles ha comunque voluto precisare che i prodotti essenziali continuano, invece, il loro transito.

Gli Usa hanno ricordato a Mosca che la Lituania è nella Nato e che il sostegno americano è blindato.

Permane ancora il problema della crisi alimentare per il blocco del grano ucraino da parte dei russi, invano i contatti tra Turchia ed Onu. La Finlandia, sentendo sul suo territorio i venti di guerra provenienti dall’Ucraina, ha detto di essere pronta a combattere i russi. Ricordiamo che la Finlandia ha chiesto, di recente e a seguito dell’invasione ucraina da parte di Mosca, di aderire alla Nato.

Putin riceve dal vertice Brics il pieno sostegno dei 4 Paesi e svende il petrolio ai cinesi

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