Alcuni giornali hanno riportato che i quattro paesi arabi che hanno imposto sanzioni al Qatar hanno anche detto agli Stati Uniti che le compagnie statunitensi che fanno affari con Doha sarebbero state svantaggiate nell’intera area. Le imprese straniere, infatti, sono diventate sempre più prudenti nei confronti delle loro transazioni transfrontaliere poichè sono elevate le preoccupazioni nell’intera area per la crisi diplomatica in corso, la più pesante mai vista nella storia della regione arabica. L’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e il Bahrain hanno inviato una lettera al Segretario di Stato americano Rex Tillerson nel mese di luglio per rassicurarlo che le compagnie statunitensi non sarebbero state discriminate, secondo alcune fonti che hanno visionato la lettera. Anche l’Unione Europea ha mostrato preoccupazioni da simili “dichiarazioni ufficiali … verbali” da parte degli Emirati Arabi Uniti. L’ambasciata statunitense ad Abu Dhabi, comunque, ha rifiutato di commentare la lettera.
L’unico aspetto certo è che Tillerson ha fatto una visita di quattro giorni nella regione nel mese di luglio scorso, dove ha incontrato entrambi i rappresentanti delle parti in controversia e ha proposto di contribuire alla mediazione e alla fine della crisi.
I quattro paesi arabi hanno tagliato i rapporti diplomatici e commerciali con il Qatar il 5 giugno, sospendendo le vie aeree e marittime con il più grande esportatore mondiale di gas naturale liquefatto e la sede della più grande base militare statunitense della regione. Hanno anche imposto 13 punti, tra cui la chiusura dell’emittente televisiva Al Jazeera, l’interruzione dei rapporti con l’Iran e la Turchia. Punti ritenuti inaccettabili da Doha, poichè ritenuti lesivi della sovranità del Qatar. I quattro paesi arabi, hanno imposto tali sanzioni poichè accusano Doha di appoggiare gruppi di terroristi islamici.
I GRANDI CONTRATTI DA FARE NELL’AREA E LE PREOCCUPAZIONI DELLE MULTINAZIONALI
Il ministro degli Affari Esteri dell’EUA, Anwar Gargash, ha detto il 17 luglio che gli Emirati Arabi Uniti non chiedono alle imprese straniere di scegliere tra affari con gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar.
Sono seguite le osservazioni dell’ambasciatore EUA in Russia Omar Ghobash al giornale britannico Guardian il 28 giugno. Avrebbe detto che le aziende straniere potevano scegliere con chi fare affari senza problemi ma ciò avrebbe ingenerato una nuova serie di sanzioni per il Qatar.
Le principali società americane hanno grandi investimenti in entrambi le parti della controversia e ci sono grandi contratti dove competere e vincere nella ricca Arabia Saudita, negli Emirati Arabi Uniti e nel Qatar.
L’Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo, ha firmato affari commerciali per un valore di dieci miliardi di dollari con le società statunitensi, durante la visita del presidente Usa Donald Trump a Riyadh a maggio scorso.
Le compagnie aeree statunitensi, clienti di Boeing sono presenti sia negli Emirati Arabi Uniti sia nel Qatar. Tantissime le aziende americane in affari con Doha che ospiterà la Coppa del Mondo nel 2022. Doha sta anche cercando partner per un’enorme espansione della produzione di gas.
Alcune aziende hanno intrapreso misure per ristrutturare le loro operazioni in Medio Oriente trasferendo le loro sedi regionali non più in Qatar ma a Dubai.
Ad oggi comunque non si conoscono problemi da parte di aziende statunitensi in affari con Doha. A quanto pare le dichiarazione dei dignitari sauditi non hanno avuto alcun effetto sugli affari.