Qatar: parlamentare saudita, sbagliata la presa di posizione di Doha nella lotta al terrorismo
Il presidente della commissione di amicizia tra il parlamento saudita e il parlamento europeo, Khaled Bin Mashari, ha affermato che la posizione assunta dal Qatar, rispetto alla lotta al terrorismo, è sbagliata. La decisione presa dal nostro paese contro Doha rientra nel nostro potere di assumere iniziative contro il terrorismo. Mashari, parlando all’agenzia di stampa saudita “Spa” nel corso di una visita a Bruxelles per incontrare i membri della Commissione europea, ha spiegato che l’Arabia Saudita gode di una posizione di rilievo in campo religioso, politico ed economico e tutti guardano allo sviluppo del nostro paese. Nel corso del suo viaggio, il principe saudita ha incontrato anche una delegazione di parlamentari europei con cui ha discusso di questioni di interesse regionale e internazionale. Lo scorso 5 giugno quattro paesi arabi e del Golfo – Arabia Saudita, Bahrein, Egitto ed Emirati Arabi Uniti – hanno annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Doha e ritirato i loro ambasciatori dal paese, accusandolo di sostenere il terrorismo.
La chiusura dello spazio aereo ha implicato l’interdizione delle acque territoriali. Alle misure hanno aderito tra gli altri anche Eritrea, Mauritania, Maldive, Ciad il governo yemenita del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e l’esecutivo libico non riconosciuto di Al Baida. Giordania, Gibuti e Niger hanno declassato invece le proprie rappresentanze diplomatiche, mentre il Senegal, dopo aver in un primo tempo declassato la sua rappresentanza diplomatica a Doha, ha di recente annunciato il ritorno dell’ambasciatore, normalizzando di fatto le relazioni. Paesi come Iran e Turchia si sono subito schierati con il Qatar con l’invio di derrate alimentari. Lo scorso 23 giugno le autorità del Kuwait, che svolgono un ruolo di mediazione, hanno consegnato al Qatar una lista di 13 richieste presentate dai paesi del Golfo per porre fine alla crisi. Tra le richieste, che dovevano essere soddisfatte da Doha entro 10 giorni (con scadenza il 3 luglio), vi erano la chiusura dell’emittente televisiva “Al Jazeera” e la fine dei rapporti con l’Iran. Una terza richiesta riguardava la chiusura della base militare turca in Qatar e la fine della cooperazione tra Ankara e Doha. Le autorità del Qatar avevano subito fatto sapere di ritenere “irragionevoli” e “ostili” alla sovranità nazionale le 13 richieste.
Lo scorso 30 luglio, in una riunione organizzata a Manama, in Bahrein, i quattro paesi boicottatori hanno sottolineato che al momento non vi sono ragioni per essere “ottimisti” su una risoluzione in tempi brevi della crisi con Doha a causa del comportamento della controparte. I quattro paesi confermano che tutte le misure adottate fanno parte del dovere di sovranità e sono in linea con il diritto internazionale”, ha dichiarato il ministro degli esteri del Bahrein Sheikh Khalid Bin Ahmad al Khalifa. Nella conferenza stampa congiunta, i ministri dei quattro paesi hanno confermato la loro risolutezza a pretendere il rispetto da parte del Qatar delle richieste inviate nelle scorse settimane che includono la chiusura dei rapporti con l’Iran e la chiusura dell’emittente televisiva pan-araba “Al Jazeera”. Nella riunione di Manama i quattro paesi boicottatori hanno confermato che il Qatar ha fornito, in questi anni, un rifugio sicuro ai terroristi, invitando nuovamente Doha a soddisfare le 13 richieste. Lo scorso 9 settembre il “Quartetto” ha ribadito la sua posizione spegnendo sul nascere i timidi segnali di ottimismo su una risoluzione della crisi annunciati pochi giorni prima dall’emiro del Kuwait, Sheikh Sabah al Ahmed al Jaber al Sabah, durante la conferenza stampa congiunta a Washington con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La posizione intransigente dei quattro paesi arabi è emersa anche nello scambio di accuse tra i media dei due paesi, in particolare l’emittente saudita “al Arabiya” e l’agenzia “Spa” e la qatariota “Qna”, in merito al contenuto di una conversazione telefonica avvenuta tra l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al Thani. Secondo la “Qna”, il colloquio, avvenuto il 9 settembre, potrebbe mutare lo scenario diplomatico per una risoluzione della crisi, tuttavia la “Spa” saudita ha smentito quanto riportato dall’agenzia statale del Qatar precisando che non avvierà alcun dialogo per porre fine alla crisi diplomatica nel Golfo se il Qatar non chiarirà ufficialmente la propria posizione.