Renzi ci pensa: un accordo su un sistema proporzionale di tipo tedesco e andare al voto subito dopo. L’ipotesi è sul campo da quando Berlusconi ha smesso di considerare un tabù l’ipotesi di elezioni anticipate. Sbarramento al 5% senza premio di maggioranza ed elezioni insieme alla Germania quindi. In realtà non arriverà alcuna richiesta di urne dal Nazareno, ma più di un ‘big’ sottolinea che l’eventualità di un’accelerazione c’è, considerato per esempio che sui voucher Mdp si è già messo di traverso e che il clima sarebbe ancora più irrespirabile quando eventualmente bisognerà confrontarsi sulla manovra. La tesi quindi è che sarebbe meglio che fosse il nuovo esecutivo a vararla. Il ministro Padoan ha cercato di rassicurare Bruxelles definendo le prossime elezioni “uno scenario che per ora non mi riguarda: cominciamo a lavorare sulla legge di bilancio già da adesso perchè è un problema complesso”. Ma al momento non si esclude alcuna ipotesi. Il premier Gentiloni è impegnato nel G7, ha sempre detto di voler andare avanti fino a quando ha la fiducia del Parlamento e cosi’ sarà. Ma un accordo in Commissione tra dem e azzurri potrebbe cambiare la situazione, anche se sui tempi non c’è alcuna certezza. Al momento in campo c’è il ‘Rosatellum’, diversi ministri tra cui Orlando e Finocchiaro mantengono il punto su questa proposta. “Alle fibrillazioni di giornata guardo con distacco”, osserva il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Ma chi si oppone al voto anticipato punta soprattutto sul Senato: al di là dei ‘boatos’ sulla possibilità che si formi un nuovo gruppo a palazzo Madama i numeri sono a rischio anche per il sistema tedesco. Anche se Mdp apre (ma Bersani oggi ha sottolineato che con il voto in autunno si paventa l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva) su questo schema. A chiudere per esempio è Alternativa popolare che non ci sta, sottolineano fonti centriste, a farsi ‘impallinarè. L’intesa presumerebbe uno sbarramento al 5%. “Ci teniamo le mani libere”, ha detto Alfano. “A quel punto meglio le due leggi esistenti”, spiega un’altra fonte. Un’eventualità che non dispiace in ogni caso ai renziani.Tra FI e Pd sono in corso contatti. “Una fase di studio”, la definiscono nel partito azzurro. Il Cavaliere però ha inviato segnali chiari, disponibilità che Renzi ha colto considerando un’ipotesi reale il cambio di rotta rispetto al ‘Rosatellum’. Ap – già su posizioni molto critiche dopo il testo base presentato dal relatore Fiano – è sulle barricate. Tutt’altro che spaventati dalla posizione dei centristi, però, ai vertici del Nazareno mostrano di voler vedere il gioco di Berlusconi. “Il voto anticipato non è certo un tabù”, dice Rosato in un’intervista, “può essere l’epilogo naturale di una legge fatta con attenzione, ma anche senza perdere più tempo, prima dell’estate”. è il timing che ha in testa Renzi da quando ha deciso di dedicarsi personalmente al dossier legge elettorale. Tanto da imporlo già con il testo Fiano, quando ha proposto di farlo approvare con tempi contingentati. Se Forza Italia proporrà in Commissione emendamenti al testo base con l’intento di trasformare quel 50-50 di collegi e proporzionale in un proporzionale puro, il Pd potrebbe votarlo. Anche di questa ipotesi si parlerà domani nel corso dell’assemblea del gruppo Pd alla Camera, prevista alla fine della seduta dell’Aula. L’idea di approvare la legge elettorale assieme a Renzi e Forza Italia sempre più viini su Berlusconi tiene sulle spine diversi parlamentari, convinti che sia una strada rischiosa. Per il M5S sarebbe benzina nel serbatoio dell’antipolitica, Grillo avrebbe buon gioco – questa la riflessione tra molti deputati e senatori dem – a gridare all’inciucio da qui al momento del voto. Per il voto anticipato, però, i tempi restano strettissimi. “A me sembra molto difficile”, spiega un altro big dem, “fare campagna elettorale sotto gli ombrelloni. Comunque vediamo che succede, se si tratta di un ‘bluff’ per tenersi le leggi che ci sono”. “Chi si accorda per scrivere una legge contro di noi si scaverà la fossa con le proprie mani, perchè sarà evidente ai cittadini che è una legge contro i Cinque Stelle”, dice il vice presidente della Camera Luigi Di Maio.
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