Riad, il primo passo verso la Pace

Colloqui Usa Russia per l’Ucraina, ma il summit tra Trump e Putin resta un’incognita

di Antonio Adriano Giancane

Un incontro di alto livello tra le delegazioni degli Stati Uniti e della Russia si è svolto oggi a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, in un clima di crescente pressione internazionale per trovare una soluzione al conflitto in Ucraina. Il colloquio, che ha avuto una durata di circa quattro ore, ha visto un’esito positivo, ma non ha portato alla definizione di una data per un atteso summit tra il presidente americano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, che molti osservatori considerano necessario per accelerare il processo di pace.

A rivelare i dettagli della giornata è stato Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino per la politica estera, che ha confermato la partecipazione all’incontro dei principali rappresentanti dei due Paesi. Nonostante l’assenza di una data per il vertice tra Trump e Putin, Ushakov ha definito i colloqui un “primo passo importante” per il raggiungimento di un’intesa duratura sul conflitto ucraino, un’opinione condivisa anche dal Dipartimento di Stato americano.

Secondo quanto riferito da fonti russe e americane, i colloqui hanno segnato un progresso significativo verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali, fortemente deteriorate da anni di tensioni diplomatiche e conflitti, soprattutto in Ucraina. “Abbiamo discusso su come eliminare gli elementi irritanti che ostacolano la cooperazione tra le due potenze“, ha dichiarato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, aggiungendo che l’incontro rappresenta un punto di partenza per costruire una cooperazione futura su temi di interesse geopolitico ed economico.

Un aspetto cruciale dell’incontro è stato l’accordo su un meccanismo di consultazione, che mira a risolvere le problematiche legate al funzionamento delle missioni diplomatiche dei due Paesi. Questo passo, pur non risolvendo immediatamente la crisi ucraina, è visto come una base per un dialogo più fluido e per il rafforzamento delle relazioni future.

A fianco dei negoziatori americani e russi, erano presenti anche le autorità saudite. Il ministro degli Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan Al Saud, e il consigliere per la sicurezza nazionale saudita, Mosaad bin Mohammad Al-Aiban, hanno svolto un ruolo attivo nel facilitare i colloqui. L’Arabia Saudita, infatti, sta cercando di posizionarsi come un mediatore chiave nel conflitto ucraino e in altre crisi geopolitiche, sfruttando la propria crescente influenza nella regione e nel contesto internazionale.

Il coinvolgimento saudita potrebbe anche essere visto come un tentativo di Riad di consolidare la sua posizione diplomatica, in un momento di incertezze legate alle relazioni con gli Stati Uniti e agli sviluppi nel Golfo Persico.

Uno dei principali risultati dei colloqui è stato l’accordo su una roadmap per la risoluzione del conflitto in Ucraina, che prevede la creazione di gruppi di lavoro ad alto livello, i quali si occuperanno di elaborare una soluzione duratura, “sostenibile e accettabile per tutte le parti“. Sebbene non siano stati forniti dettagli concreti su come queste misure saranno implementate, entrambe le parti si sono impegnate a lavorare in modo tempestivo e produttivo.

Una telefonata seguita da un incontro non basta per stabilire una pace duratura“, ha sottolineato il Dipartimento di Stato americano, riconoscendo però che, per quanto il processo sia solo agli inizi, si sta percorrendo la giusta strada per una risoluzione. Gli Stati Uniti hanno enfatizzato che il processo dovrà essere continuo, con azioni concrete che vanno oltre le semplici dichiarazioni di intenti.

Nonostante i progressi, la comunità internazionale è consapevole che la strada per una risoluzione completa della crisi ucraina è lunga e tortuosa. Il conflitto, che ha avuto inizio nel 2014, ha coinvolto centinaia di migliaia di persone, con un impatto devastante sulle vite civili. Le sanzioni internazionali, le alleanze geopolitiche complesse e le posizioni contrapposte tra Mosca e Kiev rimangono ostacoli significativi.

Secondo molti analisti, sebbene l’incontro di Riad rappresenti un segnale di apertura tra le due superpotenze, la pace in Ucraina non è ancora vicina. Le forze in gioco sono enormemente complesse e i negoziati dovranno affrontare sfide sia politiche che logistiche, specialmente riguardo alla determinazione di un accordo che soddisfi le legittime esigenze di tutte le parti coinvolte.

L’incontro di Riad potrebbe essere solo l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali, con un riavvicinamento tra Mosca e Washington che, sebbene non garantisca soluzioni immediate, potrebbe offrire nuove possibilità di cooperazione. La partecipazione attiva dell’Arabia Saudita, insieme all’implicazione di attori internazionali come l’Unione Europea e l’ONU, sarà cruciale per monitorare i progressi e garantire che gli impegni presi vengano rispettati.

Tuttavia, come ha evidenziato un alto funzionario del Dipartimento di Stato, “Il cammino verso la pace è ancora lungo. Ciò che conta ora è la determinazione di agire concretamente per garantire una soluzione che sia stabile e durevole”.

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