I porti ucraini tornano a lavorare a pieno regime, ad affermarlo la Marina ucraina mentre ad Istanbul inizia la sua attività di supervizione anche il centro per il coordinamento delle operazioni. Un centro congiunto, una specie di sala operativa, che dovrà garantire il passaggio sicuro delle navi ucraine nel mar Nero, a seguito dell’intesa tra Kiev, Mosca e l’Onu, grazie alla mediazione della Turchia.
Una doccia fredda viene, nello stesso giorno in cui il mondo tira un sospiro di sollievo, dalle parole del viceministro agli Esteri russo, Andrei Rudenko: “l’accordo che sblocca le esportazioni di grano, fertilizzanti e altre derrate dall’Ucraina rischia di saltare, se gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia non saranno prontamente rimossi“. Mosca chiede, quale contropartita, la revoca delle sanzioni quale condizione per far salpare le prime navi dai porti del Mar Nero. Il diplomatico ha ricordato che le parti hanno concordato l’attuazione contemporanea di due documenti: il primo riguardante lo sblocco dei porti ucraini ed il secondo, tra Russia e Onu, che riguarda la revoca parziale delle sanzioni alla Russia sull’export di grano e fertilizzanti.
L’accordo
L’accordo, mediato dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, prevede che una coalizione turca, ucraina e delle Nazioni Unite controlli il carico di grano sulle navi prima che percorrano una rotta prestabilita attraverso il Mar Nero. Le navi pilota ucraine guideranno le navi commerciali con il grano seguendo una mappa di canali sicura, senza mine, fornita dalla parte ucraina. Le navi attraverseranno il Mar Nero verso lo stretto del Bosforo in Turchia, monitorate da vicino da rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Ucraina, della Russia e della Turchia. Le navi che rientrano in Ucraina, invece, saranno sottoposte a ispezioni in un porto turco, sotto la supervisione del centro di controllo congiunto, per verificare che non trasportino armi. L’accordo copre i porti di Odessa, Chernomorsk, Pivdennyi ed è valido per 120 giorni. L’intesa ha lo scopo di consentire a Kiev di esportare 25 milioni di tonnellate di grano, fertilizzanti altri prodotti agricoli rimasti bloccati nei silos dalle forze militari di Mosca.