(di Nicola Simonetti) “Non mangiar carne il venerdì”, il disusato precetto della “Dottrina” cattolica pre-conciliare, è stato mutato, da un gruppo di ricercatori del CNRS francese (consiglio nazionale delle ricerche), in “non mangiar né carne né pesce il lunedì per tutto il 2019”. Una campagna che già si celebra in circa 40 Paesi a datare dall’anno 2000, al grido di “”meatless monday”.
Il CNRS è “la più grande organizzazione di ricerca governativa in Francia e la più grande agenzia scientifica fondamentale in Europa”.
Previsto, secondo gli scienziati, che almeno 50.000 – 500.000 francesi vi si “convertiranno” al precetto.
A tradurre in pratica il diktat scientifico, 50.000 personalità francesi scendono in campo e si uniscono alla campagna, che sarà lanciata in tutto il Paese, il 7 gennaio prossimo e che vuol raggiungere l’obiettivo di mutare i comportamenti non sempre corretti dei propri concittadini. Essi motivavano, sul sito del “Monde” , il proprio consenso e l’appello “per salvaguardare la salute, l’ambiente e l’etica animale”.
Le prime firme che suffragano la Campagna sono dello psicologo sociale Laurent Bègue, direttore di “Maison des sciences de l’Homme Alpes” (che la corrobora con intervento finanziario cospicuo), e Nicolas Treich, componente dell’ Institut national de la recherche agronomique (Inra).
Sarà un ritrovarsi in tanti sul sito che proporrà ricette alternative al “no carne-pesce”, alla “tavola verde del lunedì laico” e, quindi, sui social per rispondere alle domande poste dal questionario che indaga sulle abitudini alimentari dei singoli e sul loro rapporto con il mondo animale soprattutto collegando il tutto con il controsenso degli allevamenti industriali e della sofferenza causata alle bestie, della deforestazione, del contributo di questi al riscaldamento climatico, all’attentato all’equilibrio ecologico, al consistente rischio di cancro che il consumo incontrollato di carne porta con sé.
I ricercatori del CNRS analizzeranno le risposte e ne trarranno utili indicazioni.
Ferma e dignitosa la contro risposta della Fédération Nationale des Syndicats d’Exploitants Agricoles (“FNSEA- l’ unione professionale maggioritaria nella professione agricola in Francia. Fa parte delle organizzazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni professionali agricole”) che affermano che la Francia non è terra di un consumo di carni che attenti agli inconvenienti lamentati.