Così in una lettera aperta sul proprio profilo Fb, la Sindaca di Roma, Virginia Raggi ha lanciato un appello, dopo l’emergenza rifiuti che si è venuta a creare, inseguito alla chiusura anticipata della discarica di Colleferro.
Se lavoriamo insieme faremo meglio e tuteleremo gli interessi di tutti. Scrivo questa lettera aperta perché devo difendere i miei concittadini da una narrazione sbagliata che descrive falsamente i romani egoisti e pronti a inondare di rifiuti i comuni del Lazio. La scrivo perché alcuni colleghi sindaci hanno firmato una lettera per dire “no” a Roma, voltando la faccia dall’altra parte di fronte ad una richiesta di collaborazione per impedire in fretta e furia l’apertura di nuove discariche sul territorio di Roma. La Regione Lazio attraverso una ordinanza intende, di fatto, trasformare decine di cave presenti nella nostra città in vere e proprie discariche, anche superando le norme ambientali. Eppure sarebbe possibile evitarlo se la stessa Regione non avesse deciso di anticipare di un anno la chiusura di una discarica, quella di Colleferro, ancora attiva e capace di ospitare i rifiuti di Roma e di altri comuni laziali. Un anticipo illogico soprattutto visto che da 7 anni manca il Piano Regionale dei Rifiuti per il quale anche la Commissione Europea ha già dichiarato l’inerzia della Regione e sembra pronta ad aprire una procedura di infrazione. Roma ha chiesto di evitare l’anticipo della chiusura e, non avendo altri sbocchi, la cui indicazione per legge spetta sempre alle Regione, portare temporaneamente più rifiuti alla discarica già esistente di Civitavecchia.
“No, non vogliamo i rifiuti dei romani” hanno tuonato i sindaci di alcuni comuni. Ed è soprattutto a loro che scrivo. I romani per decenni hanno accolto i rifiuti di Fiumicino e Ciampino nella discarica di Malagrotta. Ancora oggi presso l’impianto di Porcarelli, a Rocca Cencia, nella zona est della città, si trattano i rifiuti di oltre 50 comuni del Lazio, come il Tmb di Malagrotta tratta anche i rifiuti di Fiumicino. Ogni giorno i romani ospitano 1 milione mezzo di persone e molte vengono dai loro territori: consumano e buttano a Roma e alcuni, non pochi, portano persino sacchi di spazzatura che non differenziano nei loro Comuni e che abbandonano in discariche improvvisate lungo le strade di Roma. I romani sono generosi: provate a chiederlo a chi da anni vive nelle vicinanze di Rocca Cencia o di Malagrotta, o lungo le strade di ingresso a Roma. Attenzione. Ci sono fin troppe frontiere. Non creiamone anche tra Regioni o Comuni. L’Italia è generosa e gli italiani sono sempre stati solidali. Opponiamoci ad un clima di egoismo e chiusura. Opponiamoci anche alla logica per cui si ricorre a continui provvedimenti emergenziali per risolvere una crisi ormai strutturale determinata dalla giusta chiusura della discarica di Malagrotta secondo la quale si continuano ad aprire siti costantemente in deroga. Questa logica non serve a nessuno. Roma non chiuderà i propri confini, continuerà a fare la propria parte e dopo l’approvazione del piano rifiuti regionale Roma potrà costruire gli impianti necessari senza deroghe ambientali e senza deroghe alle norme poste a tutela della salute dei propri cittadini. Che ciascuno faccia la propria parte.
L’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, ha definito «grave» l’affermazione di Raggi: “È una colossale stupidaggine. La sindaca è la principale responsabile della catastrofica gestione del ciclo dei rifiuti nella città. La Regione è stata costretta a sopperire alle inadempienze del Comune che dovrebbe evitare che Roma stessa continui ad essere una discarica a cielo aperto con immondizia nelle strade, vicino a scuole, nidi e ospedali“.
La Raggi, scrive il Corriere della Sera ha giocato d’anticipo sulla riunione di oggi in Regione alla fine della quale i tecnici (Laura d’Aprile per il Comune, Flaminia Tosini per la Regione e Paola Camusso per la Città Metropolitana) presenteranno la lista dei luoghi idonei a ricevere gli scarti dei romani destinati in discarica. Infatti secondo l’ordinanza «contingibile e urgente» sui rifiuti romani emessa il 28 novembre dalla Regione, oggi scadono i termini di valutazione tecnica ed entro il io dicembre spetterà alla sindaca scegliere una discarica, altrimenti scatterà il commissariamento.
I rifiuti che devono trovare un sito di conferimento sono mille tonnellate al giorno di scarti usciti dai Tmb, che non avranno più la discarica di Colleferro, «chiusa in anticipo» secondo Raggi. “L’abbiamo già sostenuta ed aiutata per oltre un anno — la replica del sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. — La discarica chiuderà il 15 gennaio e lì davanti troverà tutti noi, insieme alle nostre comunità”.
Tra le discariche al vaglio della lista dei tecnici, ci sono le «aree bianche» e le «cave in disuso» dentro il Comune (nel IV, XI, XII e XIII Municipio), nella Città Metropolitana (Cerveteri, Fiumicino, Allumiere, Riano e una zona al confine tra Roma e Zagarolo) e in Regione (Colleferro, Civitavecchia e Rieti). L’Italia, però, rischia la procedura d’infrazione dall’Ue perché i rifiuti devono essere conferiti nell’ambito locale dove sono prodotti e per Roma il confine è il Raccordo anulare.