È ripreso stamani in un’aula del carcere di Silivri a Istanbul il processo a giornalisti e amministratori di Cumhuriyet, il quotidiano di opposizione laica al presidente Recep Tayyip Erdogan, diventato uno dei simboli delle minacce alla libertà di stampa in Turchia.
Diciannove le persone messe alla sbarra, tra cui alcuni dei più noti reporter del Paese, come l’ex direttore Can Dundar, processato in contumacia perché rifugiatosi in Germania, e il suo successore alla guida del giornale, Murat Sabuncu, detenuto da 495 giorni, come il presidente del Consiglio direttivo del giornale, Akin Atalay. In carcerazione preventiva da 434 giorni c’è anche il noto reporter investigativo Ahmet Sik.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, il Pkk curdo e il gruppo di estrema sinistra Dhkp/c e rischiano fino a 43 anni di carcere. In questa sesta udienza, è atteso un nuovo pronunciamento sulla prosecuzione delle custodie cautelari in carcere.
Secondo l’osservatorio per la libertà di stampa P24, il numero dei giornalisti attualmente detenuti in Turchia sono 155, più che in ogni altro Paese al mondo.