Così in una nota, Franco Rizzo coordinatore provinciale Usb Taranto, in merito alla vicenda Arcelor Mittal-Prefettura: “Ormai non ci sorprende più nulla, neanche che Istituzioni che dovrebbero prima di tutto raccogliere e valutare le istanze che vengono da cittadini e lavoratori, decidano di lasciare campo libero ad una azienda che, come Arcelor Mittal, mostra piuttosto chiaramente l’unico interesse: la produzione e il profitto anche a costo della salute, anzi della vita. La decisione del Prefetto di Taranto di non prorogare il provvedimento del 26 marzo scorso non ci meraviglia, ma ci lascia l’amaro in bocca. Suonano come una presa in giro il monitoraggio ed il controllo sulle condizioni di impiego del personale così come anche la costante e totale applicazione delle misure di prevenzione da rischio sanitario”.
Addirittura il Prefetto toglie le limitazioni disposte precedentemente. A nulla è servito quindi mostrare al dottor Demetrio Martino un documento pesante come la lettera inviata dall’ad Lucia Morselli al Governo, con cui viene smentito quel che il management dell’azienda dichiara.
Paradossalmente oggi, se il Comune e la Regione volessero intervenire, non ne avrebbero facoltà, in quanto è prevista la possibilità di disporre misure più stringenti ma non per le industrie a ciclo continuo.
La scorsa volta il Prefetto si è affidato alla relazione tecnica del Comandante dei VVF, poi nei fatti annullata dalla lettera della Morselli; oggi si poggia su un verbale dello Spesal, secondo cui la situazione in fabbrica è sotto controllo con sole cinque unità in più tra gli addetti alla sicurezza.
Questa per noi non è altro che una farsa. Il Governo centrale la deve smettere con gli annunci attraverso i quali parla di buoni propositi che puntualmente cadono nel vuoto. Dovrebbe invece svelare in maniera palese che si è schierata vergognosamente dalla parte della multinazionale a scapito della salute di migliaia di persone.