Russia 2018. Ultima chiamata per Mosca. Italia obbligata a battere la Svezia con due gol di scarto

   

Questa sera, alle ore 20.45 allo stadio “Meazza” di Milano, davanti a non meno di 70.000 spettatori, L’Italia si giocherà, senza alcuna possibilità di fallire, l’accesso alla fase finale dei mondiali di calcio previsti in Russia nel 2018.

Dopo esserci incredibilmente complicati la vita nel play-off di andata di venerdì scorso, questa sera, l’unico risultato utile, neanche a dirlo, è la vittoria con almeno due gol di scarto.

Nel match di Stoccolma gli azzurri hanno offerto l’ennesima prestazione mediocre, denotando una preoccupante mancanza di gioco e di idee contro un avversario tutt’altro che irresistibile.

Ecco, le speranze per questa sera, visto soprattutto il momento imbarazzante in cui si trova la nostra nazionale, potrebbero essere riposte soltanto nella pochezza di una Svezia che però in teoria non avrebbe dovuto rappresentare una preoccupazione neppure nella gara di andata.

Una mancata qualificazione, specialmente dopo uno spareggio con una squadra mediocre come la Svezia, sarebbe un fallimento senza precedenti, di cui non vogliamo neppure parlare. Di certo la situazione creatasi deve far riflettere i vertici della Federazione che nella sostituzione di un allenatore vincente come Antonio Conte scelsero per la sua successione Giampiero Ventura, scelta lontana dall’essere ambiziosa per una nazionale che sulla carta sarebbe dovuta rimanere tra le grandi del calcio mondiale e che anche per questo motivo avrebbe avuto bisogno di una guida vincente.

Giampiero Ventura comunque vadano le cose, e continuiamo a pensare che le cose questa sera devono obbligatoriamente andare bene, ha fallito, su questo ci sono pochi dubbi. Il CT della nazionale ha una serie di responsabilità impossibili da elencare in un semplice articolo. L’impressione è che abbia perfino perso il rispetto e la considerazione del gruppo dei calciatori azzurri e a prescindere dal risultato al termine della partita di stasera deve essere sollevato dall’incarico o in alternativa rassegnare le sue dimissioni. Gli auguriamo soltanto che non passi alla storia come il peggiore CT della nazionale italiana di calcio, colui che a distanza di 60 anni è riuscito nell’impresa di fallire la qualificazione ai mondiali di calcio.

Questa sera, come abbiamo già ribadito più volte, conta il risultato. Non conta altro, non conta il modulo, non contano gli interpreti, non contano eventuali torti arbitrali o la poca sportività dell’avversario, non conta neanche la vittoria, se questa non coincide con il passaggio del turno a questi dannati play-off. Conta solo andare in Russia, quello conta e per provarci il tecnico Ventura, molto presumibilmente, in ogni caso, alla sua ultima panchina azzurra si affiderà a quanto pare al modulo 3-5-2 e gli interpreti scelti dovrebbero essere i seguenti: Buffon; Chiellini, Bonucci, Barzagli; Darmian, Parolo, Jorginho, Florenzi, Candreva; Immobile, Gabbiadini.

Ha fatto il giro della rete lo sfogo del tecnico della Ternana Sandro Pochesci che il giorno successivo alla figuraccia rimediata in Svezia ha attaccato indistintamente il sistema calcio italiano, i giocatori, la squadra, il ct, la politica federale:

“Oltre che ad avere perso contro una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti ‘pariolini’? Il calcio italiano è finito. Ecco cosa accade a portare tutti questi stranieri in Italia: non c’è più un italiano che mena. Se andiamo fuori dal Mondiale perdiamo tutti: ci dobbiamo svegliare”.

“Le Primavere sono fatte da stranieri. Andassero a prendere gli italiani in serie B e in serie C, non gli oriundi. La Svezia vale una squadra di Lega Pro e noi ci abbiamo perso per paura. Ci siamo fatti pure picchiare e adesso rischiamo di andare a casa”.

“Se contro la Svezia avessimo messo una squadra della nostra Serie C, avremmo vinto, perché la Svezia vale una squadra da Lega Pro”. “Una volta l’Italia menava e vinceva. Adesso ci menano e piangiamo. Ecco la differenza del calcio italiano. A portare tutti gli stranieri in Italia è successo questo, non c’è più un italiano che mena”.
Per il tecnico “il calcio italiano è finito, usciamo anche da questo mondiale. Per paura, siamo andati in Svezia e abbiamo avuto paura. E non si può giocare con la paura.
Se vedo la mia squadra che lo fa, me ne vado e ci metto un altro più coraggioso, perché può darsi che io ho trasmesso paura ai giocatori. Abbiamo perso contro chi? Stiamo andando fuori dal mondiale e perdiamo tutti, noi addetti ai lavori, voi giornalisti. Perde l’Italia”.

Dichiarazioni pesanti ma tutto sommato non lontane dalla realtà dei fatti. Pochesci ha avuto la possibilità di dire ciò che gran parte degli italiani avrebbe detto se avessero avuto un microfono ed una telecamera a riprenderli. Lo show messo in piedi attorno a questa intervista, vera come se ne vedono purtroppo poche, ha costretto il tecnico romano, che rischia il deferimento se non proprio una squalifica con l’accusa di slealtà sportiva, a rivedere le sue affermazioni, troppo forti per essere quelle di un tesserato.

All’indomani delle dichiarazioni sulla Nazionale Italiana balzate all’attenzione delle cronache nazionali, l’allenatore della Ternana Sandro Pochesci, tecnico romano 54enne partito dalla gavetta, spiega infatti le motivazioni delle sue parole. “Chiedo scusa se ho offeso qualcuno – ha detto ai giornalisti al termine della partita pareggiata dalla sua squadra col Novara – mi scuso con la Federazione, col presidente Tavecchio ed anche con mister Ventura che stimo molto. Il mio è stato uno sfogo di un tifoso della Nazionale. Solo che oggi sono anche l’allenatore di una squadra di serie B ed é stato un mio errore non considerarlo”. “Sono nato nel 1963 – ha aggiunto – e l’Italia ha sempre partecipato al Mondiale. Lunedì farò il tifo sperando che vinca. Non era mia intenzione attaccare le scelte di mister Ventura che è un maestro per me. Lo stiamo studiando anche al corso a Coverciano e presto lo incontrerò”.

GB

Foto: gazzetta.it