Russia e Qatar, i due principali produttori di gas al mondo, hanno rilanciato ieri i loro legami commerciali nel pieno della crisi che sta investendo l’emirato del Golfo dopo la rottura delle relazioni diplomatiche da parte di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto che accusano Doha di sostenere il terrorismo. Si apprende dalla visita a Doha del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha scelto il Qatar come ultima tappa del tour che lo ha visto anche in Kuwait e Qatar. Parlando in una conferenza stampa al termine dei colloqui con l’omologo qatariota, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al Thani, e con l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad al Thani, Lavrov ha dichiarato: “Siamo impegnati a rafforzare i rapporti commerciali e economici. Mosca attribuisce grande importanza alla cooperazione economica, compresa quella nel settore energetico, tra i due paesi, opinione condivisa da Sheikh Mohammed. Russia e Qatar sono due dei principali produttori mondiali di idrocarburi e lo scorso anno Doha ha acquistato insieme alla società svizzera Glencore il 19,5 per cento del colosso statale russo Rosneft. La visita di Lavrov in Qatar è una conferma del tentativo di Doha di espandere i legami con la Russia e limitare i danni derivanti dal boicottaggio economico da
parte del “Quartetto” di paesi arabi che a partire dallo scorso giugno hanno messo sotto pressione l’emirato chiudendo i confini terrestri, lo spazio aereo e marittimo. Nella conferenza stampa con Lavrov, il ministro degli Ester del Qatar ha denunciato il comportamento dei vicini arabi di ignorare le richieste di dialogo da parte di Doha. “Stiamo raggiungendo i 90 giorni
di crisi e ci troviamo ancora nella stessa posizione”, ha dichiarato il capo della diplomazia qatariota, secondo cui “non vi è stato alcun cambiamento o sviluppo per raggiungere una conclusione della crisi”. Il ministro ha accusato l’Arabia Saudita e i suoi partner di aver ignorato
“in almeno 12 occasioni” le proposte del Qatar. In merito alla crisi, Lavrov, reduce dalle precedenti visite in Kuwait ed Emirati, ha chiesto a tutte le parti di trovare una soluzione, sottolineando che i paesi dovrebbero lavorare con il Kuwait, che sta svolgendo l’opera di mediazione, per risolvere la crisi. “Siamo convinti che c’è bisogno di cercare una soluzione cercando approcci reciprocamente vantaggiosi attraverso il dialogo”, ha detto il ministro
degli Esteri russo. “E’ nel nostro interesse che il Consiglio di cooperazione del Golfo sia unito e forte”, ha aggiunto il responsabile della diplomazia russa. I due paesi sono i primi esportatori al mondo di gas: la Russia ha esportato nel 2014 circa 196 miliardi di metri cubi di gas, mentre il Qatar ha esportato circa 113 miliardi di metri cubi. Tuttavia le modalità di esportazione sono sostanzialmente differenti: la Russia trasporta tramite gasdotti, mentre il Qatar è il leader mondiale del trasporto di gas naturale via nave grazie allo sviluppo delle tecnologie di liquefazione. Anche le destinazioni sono di fatto divergenti: Mosca esporta di fatto la maggior parte del suo gas verso l’Europa, mentre Doha verso i paesi asiatici. La cooperazione tra Russia e Qatar si è consolidata in questi anni soprattutto all’interno del Forum dei paesi esportatori di gas (Gefc) un’organizzazione internazionale emergente della quale fa parte anche l’Iran, il principale rivale regionale di Doha nel comparto del gas. L’organizzazione con sede a Doha e’
attiva dal 2008 nonostante la sua costituzione sia iniziata nel 2001. Secondo diversi analisti,
l’avvicinamento deciso di Qatar e Russia rappresenta anche un tentativo per arginare gli effetti dell’ingresso dell’Iran come esportatore di gas nella regione asiatica, ma anche verso altri paesi come Turchia e la stessa Unione Europea. Teheran è il secondo paese al mondo per riserve di
gas dopo la Russia e condivide con Doha uno dei principali giacimenti al mondo situato nel Golfo persico. Dopo la firma dell’accordo sul nucleare iraniano nel luglio del 2015, l’Iran ha dato il via ad una corsa contro il tempo per recuperare il divario con il rivale Qatar, portando avanti i
progetti di sviluppo per il giacimento di South Pars. Per quanto riguarda nello specifico il ruolo di Doha nel sostenere la privatizzazione di Rosneft, l’ingresso del Fondo sovrano nel capitale azionario della società ha rappresentato un’occasione per il gruppo e per Mosca di incassare liquidità in un periodo di forte crisi.