Il ministero della difesa russo ha reso noto che durante l’operazione a Cuba che diede luogo alla crisi con gli Stati Uniti più grave morirono 64 militari sovietici, anche se non viene ancora precisato come. Nel comunicato diffuso dal ministro della difesa il giorno del 55° anniversario dell’arrivo a Cuba dei primi missili balistici a medio raggio, si legge: “Il numero esatto dei militari sovietici che persero la vita nell’operazione non era stato pubblicato. Fra il primo agosto 1962 e il 16 agosto del 1964, morirono a Cuba 64 cittadini sovietici”.
L’operazione segreta, a cui venne dato il nome di “Anadyr”, fu organizzata in risposta al dispiegamento di missili americani in Turchia e in Italia e alla minaccia di un intervento americano a Cuba in seguito alla fallita operazione americana della Baia dei porci nel 1961. Dopo il dispiegamento dei primi missili, arrivarono a Cuba anche testate nucleari, scrive oggi la Tass. La crisi fra Mosca e Washington ebbe il suo apice fra il 26 e il 27 di ottobre del 1962, quando i due paesi arrivarono a sfiorare la guerra. Mosca dispiegò in tutto 64 missili a medio raggio e 42mila soldati. Washington impose il blocco contro Cuba per scongiurare l’arrivo di altre armi. Dopo che il presidente americano John Kennedy assicurò che gli Usa non avrebbero invaso Cuba, il leader sovietico Nikita Krushiov ordinò il ritiro dei missili.
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