La Polizia di Stato di Salerno e il Nucleo Investigativo Centrale del Corpo della Polizia Penitenziaria, coadiuvati da personale delle Squadre Mobili di Firenze, Napoli, Cosenza e Roma, con l’ausilio dei Reparti Prevenzione Crimine, di unità cinofili e il supporto aereo di un elicottero della Polizia di Stato, all’alba di oggi, hanno eseguito, nelle province di Salerno, Napoli, Firenze e Cosenza, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, su conforme richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti di 47 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di due associazioni a delinquere finalizzate al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed estorsioni .
Nel primo semestre del 2019, le attività d’indagine della Squadra Mobile di Salerno con la direzione della Procura della Repubblica di Salerno – DDA, aveva posto in evidenza l’esistenza di illecite introduzioni all’interno della Casa Circondariale di Salerno di apparecchi cellulari oltre che sostanze stupefacenti da commercializzare nell’ambito della stessa struttura carceraria.
Tali circostanze avevano trovato medesima corrispondenza, nelle risultanze di un altro procedimento istruito presso la Procura della Repubblica di Salerno, le cui attività di indagine sono state esperite dalla Squadra Mobile salernitana con il Corpo della Polizia Penitenziaria – Nucleo Investigativo Centrale – Nucleo Regionale della Campania.
È emerso come un detenuto, principale indagato e vertice dell’organizzazione, avesse in collaborazione con i suoi sodali, costituito anche all’interno della Casa Circondariale di Salerno, “una piazza di spaccio” previa introduzione all’interno di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari funzionali all’espletamento di detta attività.
L’attività espletata ha evidenziato il coinvolgimento anche di un agente di Polizia Penitenziaria, in servizio ai “reparti detentivi” del carcere, che è risultato coinvolto nelle illecite attività descritte. In particolare dietro compenso elargitogli dal capo dell’organizzazione, per il tramite del suo principale “collaboratore”, l’agente infedele introduceva quantitativi di stupefacenti all’interno della Casa Circondariale.
Nel contempo, nell’emergere dell’allarmante quadro di una diffusa attività criminosa posta in essere dai detenuti all’interno del carcere di Salerno, afferente il commercio di sostanze stupefacenti e altri oggetti non consentiti, come telefoni cellulari e Sim Card, è emersa l’esistenza di una ulteriore associazione criminale operante all’interno del medesimo istituto, capeggiata da un altro detenuto.
Il primo, durante il periodo detentivo presso la struttura carceraria in argomento, ha continuato a impartire “direttive” ai suoi più stretti collaboratori. Difatti, la compagine delinquenziale da lui diretta, attraverso i soggetti di più stretta “fiducia”, ha organizzato in due distinte zone della città di Nocera Inferiore, due “piazze di spaccio”, dimostrandosi, dunque, particolarmente attiva nell’illecita commercializzazione di stupefacenti.
Durante tutta l’attività d’indagine sono emersi numerosi episodi di violenze fisiche ed aggressioni a soggetti detenuti che non si “inchinavano” ai promotori dell’ingente traffico di stupefacente. Le spedizioni punitive erano tali da provocare lesioni anche gravi.
Il modus operandi del traffico di stupefacenti era articolato con vere e proprie “piazze di spaccio” all’interno della struttura carceraria di Salerno; con soggetti addetti alla detenzione della droga all’interno di intercapedini e armadietti nelle celle, altri addetti all’introduzione all’interno del carcere tramite parenti o affini che venivano per le visite periodiche ed occultavano i cellulari e lo stupefacente nelle parti intime ed infine una struttura articolata esterna di pagamenti tramite postepay che venivano ricaricate dall’esterno e servivano per pagare l’acquisto di stupefacente all’interno del carcere .
L’acquisto dei cellulari all’interno del carcere aveva raggiunto le dimensioni un vero e proprio “mercato” infatti bastava ordinare la marca ed il modello per riceverlo consegnato dai visitatori e pagarlo attraverso bonifici alle postepay dedicate.
L’utilizzo di suddetti cellulari avveniva attraverso sim intestate a soggetti irreperibili e quasi sempre extracomunitari, ed erano utilizzati sia per conversazioni personali con parenti e/o familiari all’esterno del carcere che con i fiancheggiatori utilizzati per le ricariche postepay e per impartire direttive ed ordini agli affiliati al clan.
Durante tutta la fase delle indagini, con la collaborazione delle dirigenza del carcere e della polizia penitenziaria, sono stati effettuati diversi riscontri investigativi all’interno della struttura carceraria, Numerosi sono stati i sequestri di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e telefoni cellulari; più di 30 telefoni cellulari e circa 20 SIM card ed oltre un chilogrammo di sostanza stupefacente suddivisa in diverse dozzine di dosi, tra cocaina e hashish, riuscendo così ad arginare e bloccare l’introduzione all’interno del carcere sia della droga che dei cellulari.