(di Roberta Preziosa) L’HPV (Human Papilloma Virus), nei suoi numerosi sottotipi, è un virus che infetta la pelle e le mucose, le cui cellule si rinnovano in continuazione creando, quindi, l’ambiente “perfetto” che permette al virus di crescere.
L’infezione da Papilloma virus umano ha effetti molto diversi a seconda del tipo e della famiglia a cui appartiene il ceppo virale con cui si entra in contatto.
Le infezioni da HPV sono tra le più frequenti nella popolazione sessualmente attiva, anche se non sono esclusi passaggi indiretti dell’infezione tramite bocca e unghie. Il nostro sistema immunitario, tuttavia, può eliminare in modo spontaneo queste infezioni senza conseguenze sulla salute.
Alcuni sottotipi di HPV, definiti ad “alto rischio”, possono però causare l’insorgere di tumori come quello della cervice uterina. Il papilloma virus che attacca le mucose è, infatti, il più pericoloso, a causa della maggiore sensibilità di queste zone e della minore robustezza delle membrane cellulari.
Lo studio “Human papillomavirus DNA detection in plasma and cervical samples of women with a recent history of low grade or precancerous cervical dysplasia” condotto dai ricercatori di Microbiologia Clinica del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Milano-Bicocca, insieme ai colleghi di ginecologia dell’ospedale San Gerardo (ASST Monza) e della Sezione di Igiene del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Universita’ di Sassari, apre nuove frontiere nello studio e nella lotta al papilloma virus.
Non solo nelle mucose e sulla pelle: il DNA del papilloma virus (HPV) si trova anche nel sangue di donne con infezione alla cervice.
E’ noto che il papilloma virus infetta pelle e mucose, ma solo pochi studi precedenti hanno mostrato la presenza del DNA virale nel sangue in donne con cancro al collo dell’utero.
Lo studio, condotto dai ricercatori di Milano-Bicocca e, che ha coinvolto 120 donne riferite agli ambulatori di Ginecologia dell’ospedale San Gerardo, compie un passo avanti: i risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato la presenza di HPV DNA in campioni di sangue di donne senza tumore ma, con una recente diagnosi di Pap-test positivo, a seguito dello screening per la prevenzione del carcinoma al collo dell’utero.
La ricerca del DNA virale associato a 7 tipi di HPV ad “alto rischio” è risultata positiva nel sangue di 41 di queste donne (circa il 34,2 %), sebbene nessuna di queste donne fosse affetta da tumore della cervice.
Clementina Cocuzza, docente di Microbiologia Clinica dell’Università di Milano-Bicocca spiega che questo studio ha permesso di riscontrare il genoma virale a livello ematico, attraverso metodiche molecolari, in un numero rilevante di donne con una probabile infezione recente da HPV al livello genitale, ma senza evidenza di tumore.
Andrea Piana, docente di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo di Sassari, afferma che risultati ottenuti sono utilissimi per la comunità scientifica che portano ad ulteriori conoscenze nella storia naturale dell’infezione da parte di questi virus potenzialmente oncogeni.
Alla luce di questi nuovi risultati, nel futuro, si potrebbero profilare orizzonti più puntuali sia nell’ambito dello screening cervicale, sia per interventi di immunoprofilassi.