L’iniziativa del prof. Lucio Buratto patrocinata dal ministero della salute: visite gratuite in centri delle regioni italiane
(di Nicola Simonetti) Maculopatia senile, malattia che annebbia e spesso toglie completamente la vista. E’ la principale causa di cecità che colpisce in Italia oltre un milione di persone e ogni anno si manifesta con 80mila nuovi casi. Ma il rischio è conosciuto da 3 su 10 degli 70 anni. Ma a conoscerne ll rischio e’ soltanto l’11% degli over 54 anni secondo un’indagine demoscopica nazionale commissionata dal Centro Ambrosiano Oftalmico per verificare la conoscenza degli italiani sulla Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE).
È la malattia della terza età, di una popolazione la cui attesa di vita si prolunga sempre di più ma si tratta di una vita senza qualità, compromessa dalla perdita progressiva e inarrestabile della vista: non si riconoscono più le facce, non si distinguono i colori, le righe del giornale appaiono storte, guidare la macchina diventa un pericolo per sé e per gli altri. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a fine 2019, nell’elencare le priorità medico-sociali che prossimamente devono essere affrontate e i rischi maggiori che insidiano la salute ha stimato che nei prossimi 30 anni la cecità causata dalla Degenerazione Maculare Legata all’Età passerà nei paesi industrializzati dai 40 milioni attuali ai 120 milioni: cioè triplicherà. (fonte Lancet Pubblic Health). Infatti, sempre secondo l’OMS, il 45% di casi di perdita irreversibile della visione centrale è causato dalla maculopatia senile.
I sintomi sono speso assenti nelle forme iniziali. Il sintomo iniziale della maculopatia può essere la visione distorta delle immagini (metamorfopsia) legata alla alterazione anatomica a livello dei fotorecettori che non essendo più perfettamente allineati creano la distorsione. Accanto a questo può esserci la comparsa di una macchia nera solidale con lo sguardo (scotoma).
“Qualcosa bisognava fare – ci ha detto Lucio Buratto Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – davanti a una situazione che sta diventando sempre più un grave problema sociale. Occorreva una grande campagna di sensibilizzazione su tutto il territorio che spiegasse alla maggioranza dei cinquantenni italiani i gravi rischi della maculopatia, e renderli consapevoli della necessità di sottoporsi agli esami diagnostici che permettono di rilevare l’eventuale presenza della maculopatia ed abbiamo istituito il Mese della Prevenzione durante il quale i migliori specialisti oculisti sono a disposizione gratuitamente in centri d’eccellenza ospedalieri, universitari e privati, sparsi su tutto il territorio per fornire una visita accurata e le indicazioni terapeutiche necessarie. Una iniziativa di grande impegno sociale e medico che si ripete ogni anno, che ha ormai realizzato un grande screening su migliaia di pazienti e che proprio per l’alta missione sociale esercitata ha il patrocinio del Ministero della Salute e della Società Oftalmologica Italiana”.
“Queste campagne di prevenzione – dice il professor Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute del San Raffaele, che insieme al dottor Buratto dirige queste iniziative – oltre a dare ai pazienti un’informazione esauriente, promuovono e accelerano l’iter diagnostico. Arrivare rapidamente alla diagnosi nelle malattie croniche degenerative oculistiche è il passo più importante. E questo passo è facile da compiersi perché consiste in un esame non invasivo (l’OCT), che è una specie di tac della retina), indolore e che dura pochi attimi. Favorire l’accesso alle terapie al fine di prevenire la cecità e limitare per quanto possibile il trauma della disabilità visiva è tra gli obiettivi degli screening realizzati nei Mese della Prevenzione. Non va dimenticato che la DMLE compromette la qualità della vita, limitandone l’autonomia di movimento e con i disagi propri di una vista gravemente difettosa”.
La ricerca scientifica da anni sta studiando i mezzi più efficaci per curare la maculopatia senile. Come è noto vi sono due forme di questa patologia: una cosiddetta secca che ha una progressione lenta ma inarrestabile. Diversa la forma cosiddetta umida (o essudativa) che ha una minor frequenza (circa il 20% dei casi) e contro la quale la ricerca ha raggiunto obiettivi terapeutici efficaci. La forma umida è causata da vasi sanguigni anomali prodotti dalla molecola VEGF cioè Fattore di crescita vascolare, che compromettono la funzione visiva della retina. Il gold standard terapeutico per la malattia nella sua forma umida è rappresentato da un trattamento continuativo a base di iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF, una classe di molecole che agisce inibendo la proliferazione dei nuovi vasi sanguigni all’interno della retina e arginando la perdita di fluido retinico.
Esistono diverse classi e generazioni di farmaci, alcuni sono stati sintetizzati oltre 10 anni fa e altre sono molecole sviluppate in tempi recenti . Le ultime conquiste che hanno anche già ottenuto l’approvazione della Agenzia del farmaco americana, dimostrano una maggior durata d’azione nel controllare e inibire il fluido retinico. “Questo significa – precisa il professor Giovanni Staurenghi, Direttore Struttura Complessa di Oculistica dell’ospedale Fatebenefratelli, Sacco di Milano – che l’intervallo tra una iniezione intravitreale e l’altra potrebbe allungarsi e garantire, a parità di risultato, un numero inferiore di iniezioni annuali. Inoltre la riduzione delle somministrazioni renderebbe più facile per il paziente aderire alla prescrizione del medico e, per il medico e le strutture sanitarie, gestire un alto numero di pazienti”.
Il 10 luglio 2019 la Food and Drug Administration (FDA), l’Ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici ha approvato l’utilizzo di brolucizumab) per la cura della Maculopatia senile essudativa (DMLE).
Il 16 Dicembre 2019 anche Il Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha dato parere positivo all’approvazione di brolucizumab per il trattamento della degenerazione maculare senile essudativa (DMLE).
E’ un farmaco che va a colpire tutte le isoforme di VEGF-A. Ha il vantaggio, rispetto agli altri farmaci, di essere una molecola piccola che penetra molto bene all’interno della retina. Scompare subito dalla circolazione sanguigna, riducendo così il rischio di effetti collaterali sistemici.
Partendo dalla certezza che la miglior cura è sempre la prevenzione quest’anno sono 23 i Centri in 13 regioni in cui si potrà effettuare un esame gratuito volto alla rilevazione di queste due invalidanti patologie che, se non diagnosticate per tempo, possono portare alla cecità.