Sangiuliano-Boccia: chi è senza peccato scagli la prima pietra

di Emanuela Ricci

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto le dimissioni del ministro Gennaro Sangiuliano e ha, subito, nominato Alessandro Giuli nuovo ministro della Cultura: “Ringrazio sinceramente Gennaro Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora, che ha permesso al Governo italiano di conseguire importanti risultati di rilancio e valorizzazione del grande patrimonio culturale italiano, anche fuori dai confini nazionali. Ho preso atto delle dimissioni irrevocabili di Sangiuliano e ho proposto al Presidente della Repubblica di nominare Alessandro Giuli, attualmente Presidente della Fondazione Maxxi, nuovo Ministro della Cultura. Giuli proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.

Finisce così la storia di “gossip” di fine estate che ha tenuto la cronaca italiana letteralmente “bloccata” sulla vicenda Sangiuliano-Boccia. A nulla sono servite le scuse di Sangiuliano in televisione sul tg1 e l’ammissione della relazione con Maria Rosaria Boccia. La faccenda, di ora in ora, stava assumendo una connotazione dai risvolti incerti e per certi versi pericolosa anche per il Governo. Una vicenda avvolta da veleni ed accuse incrociate con riferimenti al coinvolgimento di attori occulti, di ricatti, dell’esisistenza di altre donne. Un “affaire” che occorreva mettere a tacere e riportarlo, eventualmente, nella aule di tribunale, senza coinvolgere in nessun modo Governo e maggioranza.

Una storia gestita male dall’inizio e finita peggio. Ma mi viene in mente di rammentare a tutti coloro che si sono scagliati contro Sangiuliano o la dottoressa Boccia un passo del Vangelo secondo Giovanni: “chi è senza peccato scagli la prima pietra“. Quante storie e storielle si nascondono tra le segrete stanze dei ministeri o tra le comode sedute delle Aule parlamentari. Questa volta è andata male a Sangiuliano perchè forse è stato ingenuo nell’affiancarsi una persona uscita fuori dal nulla. Ma i prossimi potreste essere proprio voi. Tornando alla vicenda. E’ lapalissiana che i collaboratori si scelgono per comprovata fiducia e riservatezza, tenendoli inizialmente a margine delle attività istituzionali. Poi è risaputo, non è una regola scritta, ma solo dettata dal buon senso: se c’è del sentimento o intimità non è opportuno coinvolgere l’amata o l’amato al lavoro, specialmente quando si ricopre un incarico istituzionale ad alta visibilità pubblica. Tutti errori che l’ignaro Sangiuliano ha commesso e che gli sono costati caro.

Nella lettera di dimissioni, presentata alla presidente del Consiglio si comprende meglio la condizione dell’ex ministro Sangiuliano e della sua ferrea volontà di riscattare il proprio onore, drammaticamente violato.

«Caro presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni». Poi ringrazia «Giorgia» per averlo difeso «con decisione» e per «l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato». «Questo lavoro (da minisrto ndr) non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip, le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo». Sangiuliano poi fa capire di aver accolto il consiglio dei suoi legali e spiega che si dimette soprattutto per «avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica». Intende dimostrare la propria assoluta «onorabilità, trasparenza e correttezza», il tutto «senza coinvolgere il governo». Alla Corte dei Conti che sta già indagando, Sangiuliano manda a dire che «mai un euro del ministero è stato speso per attività improprie».

L’ex ministro della Cultura poi alla fine lancia la “bomba”, quella che vuole verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi. Poi annuncia che agirà contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni. Poi indica chiaramente i suoi sospetti:«Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi».

Il suo legale, Silverio Sica conferma: «Il ministro si muove legalmente contro chi lo definisce ricattabile».

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