“Anche se l’emergenza sanitaria determinata dal diffondersi del COVID-19 ha catalizzato l’attenzione di tutti negli ultimi mesi, non bisogna dimenticare che esistono altre patologie non meno pericolose per la vita: il tumore al seno per esempio. La diagnosi precoce della malattia è la prima strategia per avere maggiori probabilità di guarigione. In Italia, ogni anno, si ammalano oltre 53.500 donne. A Taranto, in particolare, si registrano dati molto rilevanti: perciò lo screening mammografico e le attività della diagnostica senologica devono riprendere al più presto a pieno regime su tutto il territorio e soprattutto nella città capoluogo”. A lanciare l’allarme sui ritardi nella ripresa delle attività mirate alla diagnosi precoce del tumore al seno è, in una nota, il Consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano, che invita a ripartire con lo screening affinché non si perda ulteriore tempo prezioso.
“Infatti un intervallo prolungato tra la mammografia, la conferma diagnostica e l’inizio delle terapie rischia di determinare un peggioramento del quadro clinico e quindi della prognosi – continua il consigliere -, pertanto lo screening, in quanto parte dei Livelli Essenziali di Assistenza, deve essere riattivato tempestivamente e in modo omogeneo su tutto il territorio regionale.
“La Giunta regionale si sta già adoperando per ripristinare ovunque lo screening mammografico; bisogna far ripartire, entro l’estate, la regolare attività dei centri di diagnostica senologica clinica; garantire la sicurezza delle donne e degli operatori sanitari, anche riorganizzando le attività con gli adeguati distanziamenti temporali e spaziali; stabilire le priorità in base ai livelli di rischio individuale e all’invio già effettuato della lettera di invito; informare le donne con una adeguata campagna di comunicazione.
“Negli ultimi anni – prosegue Mazzarano – presso il Centro Donna di Taranto, si sono raggiunti risultati importanti e di grande qualità, grazie al lavoro dei radiologi e dei medici. Inoltre con l’attivazione della Breast Unit dal 2018, sono cresciuti progressivamente i numeri degli interventi, pareggiando le prestazioni del privato accreditato e frenando la mobilità verso altre province e altre regioni”.
“La crescita della medicina del territorio deve spingere a radicare i Centri Donna nei presidi sanitari della nostra provincia, come Massafra e Grottaglie, consentendo una più intensa programmazione delle attività di screening e quindi l’estensione delle stesse ad un numero maggiore di donne. Va pertanto valorizzato questo servizio importante e strategico per le particolarità epidemiologiche del nostro territorio, evitando di ridimensionarne la forza – conclude Mazzarano – ma anzi lavorando ad un maggiore potenziamento e ad una maggiore autonomia organizzativa”. Conclude la nota.