Certo è strana e contorta la politica internazionale. Angela Merkel preme per continuare sulla strada delle sanzioni alla Russia e poi si scopre che la Siemens, colosso industriale tedesco, ha in corso una fornitura di Turbine a gas sempre per la Russia. Turbine che poi, come si è scoperto, sono già state posizionate in Crimea. Lo scopo è quello di rendere la Crimea sempre più libera a livello energetico, dalla confinante Ucraina. Ma le sanzioni perentorie della Comunità internazionale? Fanno ridere come tutte le sanzioni. Sono una pezza per l’opinione pubblica. Sottobanco, regnano gli interessi economici. Sulla stessa stregua le sanzioni approvate in Usa nei confronti della Russia, aria fritta. Tornado ai fatti, vediamo cosa è successo in Crimea.
Il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Pavlo Klimkin ha diffuso un comunicato sulla consegna di turbine Siemens in Crimea. Il gigante industriale tedesco Siemens avrebbe fornito turbine a gas ad una società statale russa che le avrebbe poi usate in Crimea. Ciò, in violazione diretta delle sanzioni economiche internazionali. Sanzioni imposte dalla Comunità internazionale nei confronti della Russia nel 2014 in risposta all’invasione in Crimea e
Donbas. C’e’ un divieto totale per il commercio da e per la Crimea, e sono sanzioni progettate per rimanere in vigore fino a quando la Russia non esce dalla Crimea. Il ministro Klimkin ha poi ricordato che Siemens ha annunciato di recente l’intenzione di agire legalmente contro Technopromexport, a seguito della fornitura delle turbine in Crimea “contro la volontà di Siemens. Le imprese statali russe non stanno affrontando dei problemi critici per sostituire i prodotti tedeschi di Siemens con altri di produzione livello nazionale o globale. Non ci sono criticità: ci sono diversi produttori nel mondo che fanno questi tipi di prodotti, stiamo già cominciando a produrre molti tipi di questi prodotti”, ha detto Dvorkovich. Commentando l’annuncio di Siemens di annullare un accordo di approvvigionamento agli impianti elettrici e interrompere le forniture di apparecchiature elettriche alle compagnie russe, Dvorkovich ha dichiarato: “Non c’e’ ancora un completo divieto nelle forniture, per quanto ne capisco”. La Germania sta ancora valutando le misure da prendere in merito alla consegna delle turbine della Siemens in Crimea, ha detto la portavoce del governo tedesco, Ulrike Demmer. “Le misure in risposta a queste azioni inaccettabili sono attualmente in discussione”, ha dichiarato Demmer, in seguito alle indiscrezioni che citano fonti diplomatiche secondo cui Berlino aveva proposto l’aggiunta di quattro cittadini ed entità russe all’elenco delle sanzioni dell’Unione europea proprio in merito alla questione delle turbine della Siemens. Non e’ da escludere che mercoledì i paesi dell’Unione Europea discutano nuove sanzioni contro Mosca in merito alla questione delle turbine. Reagendo a queste notizie, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che il Cremlino non avrebbe commentato le informazioni che “non hanno alcun legame con almeno una fonte intelligibile”. All’inizio di luglio, Siemens ha creato una task force per esaminare i rapporti sul trasferimento di turbine prodotte dalla Siemens Gas Turbines Technologies, una joint venture con la società russa Power Machines, nella penisola penisola di Crimea. Venerdì scorso, la società ha dichiarato di avere delle “informazioni credibili” secondo cui tutte e quattro le turbine destinate alle centrali elettriche di Taman, nella Russia meridionale, sono già state illegalmente trasferite in Crimea. Siemens ha deciso di annullare un contratto di approvvigionamento di apparecchiature elettriche e sospendere le forniture di apparecchiature alle imprese statali russe per elaborare delle nuove misure di controllo. Siemens potrebbe effettuare dei cambiamenti al personale a causa della fornitura delle turbine a gas in Crimea, riferiva il quotidiano tedesco “Handesblatt” che cita proprie fonti. La direzione della società’ sta continuando le valutazioni sull’incidente della fornitura delle turbine a gas in Crimea in violazione delle sanzioni europee. La dirigenza di Siemens avrebbe individuato nel direttore del dipartimento russo Dietrich Miller il colpevole dell’accaduto. La società tedesca starebbe inoltre per creare un meccanismo di controllo alternativo sulle forniture delle attrezzature. La “Sueddeutsche Zeitung” scrive invece che, se le turbine a gas della Siemens verranno effettivamente installate presso nuove centrali elettriche in Crimea, nel prossimo futuro la penisola, annessa dalla Russia, potrebbe tagliare la dipendenza energetica dall’Ucraina. Il fatto che la Siemens abbia giocato a questo gioco o per negligenza o, nella migliore delle ipotesi, per ingenuità, non può non essere oggetto di una approfondita indagine, scrive la testata tedesca. Almeno due denunce penali sono state ricevute dal pubblico ministero di Monaco di Baviera. Il governo tedesco ha messo in chiaro che non intende far passare la vicenda in sordina. Ma è anche vero che il presidente russo, Vladimir Putin, “ancora una volta non ha mantenuto la propria parola e l’impegno, assunto con l’allora ministro dell’Economia Sigmar Gabriel”, di non utilizzare turbine tedesche in Crimea. In termini prettamente economici, l’affare per Siemens è davvero piccolo: un valore di poco più di un centinaio di milioni di euro a fronte di un fatturato totale di più di 75 miliardi. La rivale statunitense General Electric è in attesa che vengano imposte sanzioni contro l’azienda di Monaco.