(di Massimiliano D’Elia) Alla fine quello che abbiamo sempre scongiurato si sta verificando. Probabilmente o inevitabilmente abbiamo favorito l’avvicinamento della Cina alla Russia, con conseguenze per l’Occidente imprevedibili, dal sapore amaro per il futuro dell’economia e per la crescita delle tensioni in campo militare. L’incontro a Mosca tra Vladimir Putin e Xi Jinping sancisce, di fatto, la costituzione di un nuovo ordine mondiale multilaterale, “cangiante” e molto, molto fluido. La Cina e tutta l’Asia stanno assumendo una nuova postura sempre più nerboruta, a fronte di un Occidente sempre più a trazione statunitense con un’Unione europea ininfluente e poco deterrente e con organizzazioni come Nato e Onu non più attuali e attagliate alle sfide moderne. In un quadro di incertezza generale con i Paesi europei alle prese con problematiche interne non facili per via delle conseguenze della pandemia e delle spinte inflattive dell’economia, c’è la Cina che ne approfitta muovendo pedine importanti sullo scacchiere internazionale.
L’aspetto che maggiormente dovrebbe preoccupare l’Occidente è l’intenzione dell’asse sino-russo di far rientrare nella loro sfera d’influenza l’intero continente africano strizzando l’occhio anche ai paesi emergenti dell’America Latina. Aree del globo, notoriamente ricchissime di risorse strategiche (idrocarburi, oro, platino, uranio e terre rare) e soprattutto ricche di un elemento deteminante per uno sviluppo garantito: una popolazione giovane, anzi giovanissima che assicura una futuribilità senza limiti.
L’incontro di Mosca
Al termine dei colloqui Xi Jinping ha detto che “la Cina “favorisce la pace e il dialogo per la soluzione del conflitto in Ucraina”.
“Per quanto riguarda il poter regolare la crisi ucraina, noi cerchiamo di utilizzare i principi dello Statuto dell’Onu, la nostra posizione vuole contribuire al processo delle trattative, la nostra posizione è basata sulla verità e la sostanza, noi siamo per la pace e il dialogo, siamo fedeli alla storia”, ha detto Xi. Da Pechino, inoltre, la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha spiegato che Xi e Putin hanno firmato una dichiarazione congiunta “sull’approfondimento del partenariato strategico globale di coordinamento dei due Paesi per la nuova era”, sottolineando che la crisi ucraina “dovrebbe essere risolta attraverso colloqui di pace”.
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Putin dopo due ore di colloqui a porte chiuse ha detto alla stampa che c’è stato “uno scambio di opinioni franco e sostanzioso”.
Xi alla stampa ha detto che le relazioni tra la Cina e la Russia dimostrano “una sana dinamica di sviluppo”, aggiungendo che si desidera “rafforzare il coordinamento” tra Pechino e Mosca. “La portata dei settori della nostra cooperazione si espande costantemente. In precedenza, abbiamo ottenuto risultati notevoli e l’ulteriore sviluppo della cooperazione viene attuato con successo”, ha spiegato il presidente cinese.
Putin, inoltre, ha comunicato che lo scambio intercommerciale tra Russia e Cina supererà i 200 miliardi di dollari quest’anno, dopo avere già toccato un record nel 2022, nonostante la pandemia e le sanzioni. Tra Russia e Cina, ha annunciato, sono stati concordati “praticamente tutti i parametri” per la costruzione del gasdotto Forza della Siberia 2 per l’esportazione di gas russo in Cina, che si aggiungerà al Forza della Siberia 1, già funzionante.
La Russia, ha sottolineato il presidente russo, è pronta a sostenere le aziende cinesi che vogliono sostituire quelle occidentali che hanno lasciato il Paese e vuole anche “utilizzare lo yuan cinese nei pagamenti con Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina”. “Sono sicuro – ha spiegato Putin – che queste forme di pagamento saranno sviluppate tra la Russia e i partner e colleghi di Paesi terzi”.
Dopo la visita del presidente cinese Xi Jinping in Russia, i contatti di Pechino con Mosca contribuiranno a portare la pace. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha detto che “la Russia ha studiato con attenzione il documento di posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi in Ucraina ed è aperta a colloqui di pace“. Il presidente Vladimir Putin ha riferito che “la Russia apprezza la posizione coerente della Cina di sostenere equità, obiettività ed equilibrio sulle principali questioni internazionali. La Cina continuerà a fare delle relazioni sino-russe una priorità”.
Sulle critiche del segretario di Stato americano Antony Blinken sulla copertura diplomatica data da Pechino a Mosca, Wang ha sottolineato che la Cina “non è né creatrice né parte della crisi in Ucraina, né ha fornito armi ad alcuna delle due parti in conflitto. Gli Usa non sono qualificati per puntare il dito contro la Cina, figuriamoci incolparla”, ha aggiunto. Inoltre, “dicono di voler mantenere la pace, ma la gente non vede alcun passo effettivo, mentre quello che vedono tutti è che gli Usa continuano a fornire armi al campo di battaglia”.
La reazione di Zelensky e la proprosta di pace cinese
ll presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di aver “invitato” la Cina al dialogo e di “aspettare una risposta”, mentre il suo omologo cinese Xi Jinping è a Mosca per suggellare la sua alleanza con Vladimir Putin. “Abbiamo offerto alla Cina di diventare un partner nell’attuazione della formula di pace. Abbiamo trasmesso la nostra formula su tutti i canali. Vi invitiamo al dialogo. Aspettiamo la vostra risposta”, ha detto Zelensky in una conferenza stampa, aggiungendo di “ricevere segnali, ma niente di concreto” in questa fase.
Sulla proposta di pace cinese Putin ha detto: “Guardiamo con interesse alle vostre proposte per risolvere la crisi in Ucraina”. “Siamo aperti a negoziati“, ha aggiunto, sottolineando però che ogni soluzione dovrà tener conto del principio della “indivisibilità della sicurezza per tutti i Paesi”
“La prima e principale clausola” di un accordo di pace deve essere “la resa o il ritiro delle forze di occupazione russe”, ha sottolineato il segretario del Consiglio di sicurezza Oleksiy Danilov. Più diplomatica, nel rispetto del proprio ruolo, la posizione espressa dal portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko. “L’Ucraina – ha assicurato – sta seguendo da vicino la visita del presidente cinese in Russia. Ci aspettiamo che Pechino usi la sua influenza su Mosca per farle porre fine alla guerra”.
Il multilateralismo
Il presidente cinese a mezzo stampa ha affermato che la Cina condivide con la Russia la convinzione che è necessario costruire un mondo multipolare, perché “nessun paese è superiore agli altri, nessun modello di governo è universale e nessun singolo Paese dovrebbe dettare l’ordine internazionale”.
L’avversione Usa ai colloqui di Mosca
Gli Usa sono lapidari sui colloqui di Mosca. Il mondo non deve essere ingannato da alcuna mossa tattica della Russia sostenuta dalla Cina, ha avvertito il segretario di stato Antony Blinken ribadendo l’importanza di linee di comunicazioni aperte con Pechino. “Xi e Biden parleranno al momento opportuno”, ha aggiunto poi la Casa Bianca auspicando che dopo l’incontro con lo zar il presidente cinese dovrebbe parlare anche con Zelensky “per avere il suo punto di vista. Il capo della diplomazia Usa stigmatizza poi il fatto che Xi abbia confermato la sua visita anche dopo il mandato d’arresto per Putin della Corte penale internazionale (Cpi), manifestando così il convincimento che il leader russo non debba rispondere delle atrocità in Ucraina. Un mandato, tra l’altro, a cui Mosca ha risposto aprendo un’indagine penale contro il procuratore della stessa Cpi, Karim Khan, per la sua decisione giudicata “illegale”. Putin si mostra sicuro dell’appoggio della Cina, con cui, ha affermato in un articolo sul Quotidiano del Popolo, la Russia combatte contro le “minacce comuni”.