Una piccola molecola con grandi potenzialità analgesiche e antitumorali e’ il risultato del lavoro multidisciplinare di tre dipartimenti dell’Ateneo di Firenze, recentemente pubblicato sul “Journal of Medicinal Chemistry”. La ricerca è stata coordinata da Cristina Nativi (Dipartimento di Chimica) in sinergia con Claudiu Supuran (Neurofarba) e Marco Fragai (CERM, Dipartimento di Chimica) e ha coinvolto il laboratorio ElettroBioLab di cui è responsabile Francesco Tadini-Buoninsegni (Dipartimento di Chimica), il gruppo di Carla Ghelardini (Neurofarba) e quello di Paola Chiarugi (Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche). Il lavoro di squadra e le competenze complementari hanno permesso di dimostrare, su modelli animali, le proprietà ad oggi uniche della molecola ADM_12, un derivato dell’acido lipoico, composto naturale con qualità antiossidanti.
ADM_12, che è estremamente solubile in acqua e privo di tossicità, riduce o annulla il dolore indotto da chemioterapici, quali oxaliplatino – spiega Cristina Nativi – Questo è di estremo interesse perché il dolore neuropatico, in particolare quello causato dal trattamento con chemioterapici, è considerato altamente invalidante e difficilmente trattabile, non esistendo attualmente un rimedio farmacologico soddisfacente”. Ma questo studio ha anche permesso di dimostrare che l’azione analgesica di ADM_12 è associata a una seconda azione: la riduzione dell’aggressività di cellule tumorali di pancreas. ”ADM_12 – prosegue Nativi – inibisce la metallo proteina anidrasi carbonica IX (CAIX), che è ampiamente riconosciuta quale bersaglio farmacologico in patologie tumorali, poiché media alcuni processi biochimici alla base dei processi di metastasi”. La molecola ADM_12, sintetizzata nel laboratorio di Cristina Nativi, è oggetto di un brevetto europeo, di cui è co-titolare l’Ateneo, e inventori la stessa Nativi, Carla Ghelardini e Giancarlo la Marca (Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche). ”Il brevetto – spiega ancora Nativi – è attualmente dato in licenza a una start-up americana che collabora con noi allo sviluppo della molecola. Occorre ricordare che la ricerca, che è ancora in fase di sviluppo sperimentale, è stata realizzata anche grazie al generoso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, della Banca CR Firenze e dell’Istituto Toscano Tumori”.