Scoperto a Gioia Tauro traffico illecito Cina-Libia

di Emanuela Ricci

L’inchiesta, coordinata dalla procura calabrese di Palmi, è iniziata nel 2018 a Vancouver, Canada. Fathi Ben Ahmed Mhaouek e Mahmud Mohamed Elsuwaye Sayeh, funzionari libici presso l’ONU, avevano organizzato uno scambio di droni cinesi con petrolio libico a prezzo scontato, sfruttando la loro immunità diplomatica. I servizi segreti americani scoprirono il complotto il 23 aprile scorso. Mhaouek è ora in libertà provvisoria, mentre Sayeh è ancora latitante.

Il 30 aprile, una nave portacontainer salpò da Shenzen in Cina, con un carico sospetto. Il 18 giugno, grazie a una segnalazione americana, la Guardia di Finanza italiana ispezionò la nave a Gioia Tauro, scoprendo componenti di droni militari nascosti tra pale eoliche. I droni, identificati come Wing Loong 2, erano destinati, in violazione all’imbargo imposto dall’Onu, a Bengasi, area libica controllata dal generale Haftar.

I droni Wing Loong 2 erano stati precedentemente forniti dagli Emirati Arabi Uniti. Ora Haftar riesce ad averli dall Cina ad un prezzo inferiore, grazie alla contropartita del prezzo inferiore del greggio.

Il traffico di armi è pertanto strettamente legato al contrabbando di petrolio. La National Oil Corporation (Noc) libica, diretta da Farhat Omar Bengdara, uomo di Haftar, è stata coinvolta nella vendita di un milione di barili di petrolio a prezzo scontato alla Unipec, una compagnia cinese.

Il sequestro a Gioia Tauro ha svelato, pertanto, un elaborato traffico di armi tra Cina e Libia e non si escludono altri colpi di scena poichè l’inchiesta continua per cercare di capire eventuali altri attori internazionali in questa rete di contrabbando di petrolio e traffico d’armi.

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