Nel 2019, nel corso delle indagini sull’avvelenamento degli Skripal, il giornale investigativo Bellingcat ha ottenuto i metadati dai registri delle chiamate del Magg. Generale Andrey Averyanov. Questi record, che coprono il periodo dalla metà del 2017 alla fine del 2019, fanno luce su una vasta rete di spie gestita dall’intelligence militare russa. I dati della chiamate contengono dati su posizione, ora e chiamante ma nessun contenuto delle comunicazioni.
Tre minuti prima della mezzanotte del 14 settembre 2018, il cellulare di Andrey Averyanov ha iniziato a squillare. Nonostante l’ora, i tabulati telefonici mostrano che il Magg. Generale Averyanov, il comandante dell’unità operativa clandestina 29155 del GRU, era ancora nel suo ufficio presso il quartier generale dei servizi segreti militari russi a Khoroshevskoe Shosse n. 76 a Mosca.
Quel giorno, Bellingcat e il suo partner investigativo russo, The Insider, avevano pubblicato un’indagine sulle identità di copertura di “Ruslan Boshirov” e “Alexander Petrov”, due spie del GRU implicate nell’avvelenamento da Novichok di Sergey e Yulia Skripal a Salisbury, in Inghilterra.
L’indagine aveva fatto saltare il coperchio su un bug del GRU: per quasi un decennio, l’agenzia di intelligence militare russa aveva fornito alle proprie spie passaporti numerati, consentendo ai giornalisti investigativi che avevano acquisito tali dati di scoprire altre spie, semplicemente tracciando tali seriali di numeri.
Nelle ore successive alla pubblicazione di Bellingcat quel giorno, Averyanov aveva ricevuto diverse telefonate dal capo del GRU Igor Kostyukov. Allo stesso modo, lo stesso Averyanov aveva contattato molti dei suoi subordinati che avevano viaggiato con tali passaporti, comprese le due spie coinvolte nel fallito colpo di stato del Montenegro nel 2016.
La telefonata di mezzanotte era del capo del 5° Dipartimento del GRU, deputato al cosiddetto programma “Illegals”, un dipartimento poco conosciuto che ha piazzato spie militari in tutto il mondo con false identità.