“Uno dei 32 naufraghi a bordo di Sea Watch 3 si è gettato in acqua cercando di raggiungere Malta”. Lo scrive via Twitter la Ong tedesca che il 22 dicembre ha tratto in salvo i migranti e da allora è in attesa di una decisione europea sul porto dove farli sbarcare. Tre giorni fa La Valletta ha autorizzato l’ingresso della nave nelle proprie acque territoriali per le cattive condizioni meteo senza però concedere il permesso per attraccare. Nel frattempo la Commissione Ue continua i suoi intensi contatti con gli Stati membri disponibili a trovare una soluzione sullo sbarco rapido delle persone a bordo della Sea Watch 3 e Sea Eye”. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Mina Andreeva precisando che “ieri il commissario Avramopoulos ha invitato gli Stati membri a dare sostegno e a contribuire a questo sforzo congiunto per sbarcare in sicurezza quanti sono a bordo il prima possibile. Una serie di Stati membri ha espresso disponibilità verso questo sforzo congiunto e a sostenere Malta.
Si registra, nella giornata odierna, un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli presentato dall’associazione ASF – Avocats San Frontieres, a firma del Segretario generale, Avv. Francescomaria Tuccillo, sulla vicenda della nave Sea Watch.
“Sulla nave attualmente bloccata nelle acque territoriali maltesi sono presenti bambini di 1,3 e 7 anni affetti da mal di mare continui e quindi a forte rischio ipotermia e disidratazione. In assenza di un provvedimento legislativo o decreto ministeriale specifico che ponga formalmente il divieto di attracco ai porti italiani delle navi umanitarie per motivi riguardanti la pubblica sicurezza o la pubblica incolumità, non esiste alcun ostacolo di legge che impedisca l’attracco della Sea Watch al porto di Napoli o ad altro scalo italiano, ovvero lo scalo perlomeno dei tre bambini minori che versano in pericolo di vita“.
L’associazione chiede, quindi, un intervento immediato delle Autorità competenti per impedire un esito drammatico della situazione e salvaguardare la vita dei bambini a bordo.