Negli ultimi giorni, una notizia apparentemente straordinaria è rimbalzata sui giornali e sui siti web di tutto il mondo: sono stati rilevati segnali radio provenienti dallo spazio che presentano caratteristiche mai osservate prima. Queste emissioni sono state individuate nell’ambito del “Breakthrough Listen Project”, una iniziativa nata nel gennaio 2016, finalizzata a trovare prove di vita intelligente nell’universo e finanziata con 100 milioni di dollari dall’uomo d’affari russo Yuri Milner. Tale progetto, cui Hawking ha dato la propria adesione e la propria consulenza, scandisce costantemente circa 10 miliardi di frequenze diverse, esaminando le 100 galassie più vicine alla Terra, e ricerca segnali, siano essi radio oppure ottici, che possano avere parvenza di una fonte artificiale e non naturale. La scansione viene effettuata con l’aiuto di 9 milioni di volontari, che in tutto il mondo mettono a disposizione i loro computer per permettere al centro di ricerca di esaminare i dati.
Ciò che ha colpito particolarmente l’opinione pubblica mondiale è il fatto che il Progetto Breakthrough Listen ha recentemente raccolto 15 brevi segnali a radiofrequenze (FRB) che presentano caratteristiche peculiari e che si sono ripetuti in maniera identica nel tempo. Queste emissioni radio sono state rilevate dal Green Bank Telescope di West Virginia il 26 agosto scorso, durante una serie di scansioni di 30 minuti ciascuna per una durata complessiva di cinque ore. Gli impulsi provenivano tutti da una galassia nana lontana circa 3 miliardi di anni luce dalla Terra che ospita una fonte radio conosciuta come FRB 121102.
In ogni caso, il significato o lo scopo di tali emissioni rimane un mistero: potrebbero essere “rumori” spaziali generati da stelle di neutroni o buchi neri, così come potrebbero rappresentare invece la prova di tecnologia extraterrestre nell’universo. Quello che fa propendere per quest’ultima ipotesi è il picco di emissione posto sempre sulla stessa frequenza: ciò farebbe pensare a sistemi di trasmissione a microonde o a dati wireless.
Chiaramente, sono molti gli appassionati di UFO e di ricerca spaziale che reputano che questi segnali rappresenterebbero la prova definitiva dell’esistenza di vita al di fuori della Terra. Ma non sono solo loro a essere particolarmente colpiti: Vishal Gajjar, del Berkeley Research Centre, ha dichiarato che “ci sono solo 30 sorgenti di questo tipo di segnali nell’Universo, ed una sola che ripete costantemente. Dobbiamo studiarla ancora. Ci sono più teorie che fonti di segnali, più domande che risposte. Più studiamo e più troviamo cose strane”.
C’è da dire che, anche se l’origine fosse “tecnologica” e non naturale, l’incontro con gli extraterrestri non sembra in ogni caso così probabile, per il semplice fatto che i segnali radio intercettati viaggiano alla velocità della luce e quelli appena captati sono stati dunque emessi 3 miliardi di anni fa, quando la Terra aveva 2 miliardi di anni e, dunque, era abitata solo da forme di vita unicellulari. Risulta quindi difficile ipotizzare che una civiltà aliena possa essere sopravvissuta per un lasso di tempo così lungo.
Andrew Siemion, direttore del Berkeley SETI Research Center e del programma Breakthrough Listen, ha dichiarato: “Alcuni giornalisti hanno scritto che questa è la prova della vita extraterrestre, ma nessuno sta affermando questo. Non sappiamo se le trasmissioni captate risultino essere segnali di tecnologia extraterrestre, ma sappiamo di sicuro che il nostro programma contribuisce a spingere un po’ più in là le frontiere della nostra comprensione dell’universo che ci circonda”.
di Giovanni Calcerano