Secondo quanto reso noto dall’agenzia Nova, la Difesa della Corea del Sud potrebbe avanzare la richiesta agli Stati Uniti di riprogrammare il calendario delle esercitazioni militari congiunte per i primi mesi del prossimo anno, rinviando le manovre che coinciderebbero con i Giochi olimpici invernali di PyeongChang. Lo ha riferito oggi una fonte governativa sudcoreana citata dal quotidiano “Korea Herald”. Corea del Sud e Stati Uniti effettuano nel mese di marzo le annuali manovre congiunte “Key Resolve”, che la Core del Nord ritiene prove generali di una invasione. “Le Forze armate – ha spiegato la fonte – stanno valutando se avviare una consultazione con le forze Usa affinché le esercitazioni Key Resolve non si sovrappongano alle Olimpiadi. Le consultazioni potrebbero essere lanciate entro la fine dell’anno”.
Nei giorni scorsi il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, ha menzionato le Olimpiadi invernali, che si terranno dal 9 al 25 febbraio e dal 9 al 18 marzo a PyeongChang. L’evento sportivo, ha detto il presidente, potrebbe fornire una possibilità a Pyongyang di emergere dal proprio isolamento internazionale. “Se la Corea del Nord prenderà parte (alle Olimpiadi), credo che i Giochi invernali di Pyeongchang diverranno più di un semplice evento olimpico, e forniranno una ulteriore opportunità di contribuire alla pace tra le Coree e nell’intera regione dell’Asia Nord-orientale”.
Le Olimpiadi di Pyeongchang saranno il primo di tre appuntamenti olimpici ospitati dai paesi dell’Asia: Tokyo ospiterà le Olimpiadi estive del 2020, e Pechino quelle invernali del 2022. Dopo l’approvazione della risoluzione Onu per la tregua olimpica, all’inizio di novembre, il ministero dell’Unificazione sudcoreano è tornato a sollecitare la partecipazione di Pyongyang ai Giochi. Gli organizzatori delle Olimpiadi hanno minimizzato nelle ultime settimane le preoccupazioni legate alle gravi tensioni nella regione a causa dei programmi balistico e nucleare nordcoreani. Lee hee-beom, presidente del comitato organizzatore dei Giochi, ha ribadito che l’evento, in programma dal 9 al 25 febbraio prossimi, non subirà alcun rinvio o modifica al calendario. “Non c’è nessun piano B”, ha detto Lee ieri ad Atene, in occasione della tradizionale cerimonia di accensione della fiamma olimpica. “Sappiamo che il mondo osserva l’attuale situazione geopolitica nella Penisola coreana”, ha detto Lee. “Continuiamo a lavorare a stretto contatto con le autorità e gli altri attori coinvolti per garantire giochi sicuri a tutti quanti vi prenderanno parte”.
Il ministero degli Esteri di Seul ha reso noto il mese scorso che la Corea del Nord ha presentato domanda al Comitato paralimpico internazionale (Cpi) per la partecipazione dei suoi atleti ai Giochi invernali in programma per il prossimo anno in Corea del Sud. Il ministero ha puntualizzato che la domanda è stata presentata da Pyongyang lo scorso maggio. Il ministro degli Esteri sudcoreano, Kang Kyung-wha, ha ribadito nel corso di una audizione parlamentare che Seul auspica la partecipazione del Vicino settentrionale all’evento sportivo, a prescindere dalla crisi innescata nella Penisola dai test balistici e nucleare della Corea del Nord.
Un funzionario del Cpi ha però dichiarato all’agenzia di stampa sudcoreana “Yonhap” che la partecipazione di Pyongyang alle Paralimpiadi invernali resta incerta: dallo scorso maggio, infatti, il regime non si è attivato in nessun modo per visitare il sito dell’evento, PyeongChang, 180 chilometri ad est di Seul. Stando al funzionario, che ha parlato in condizioni di anonimato, la richiesta di Pyongyang è giunta al Comitato paralimpico via email lo scorso 8 maggio. La partecipazione di Pyongyang all’evento è anche ostacolata dalla scarsità di atleti paralimpici nordcoreani attivi nelle competizioni internazionali, necessarie ad ottenere l’ammissione all’evento quadriennale. Gli atleti nordcoreani dovranno dunque affidarsi alle wild card eventualmente concesse dal Cpi.