Si spara ancora contro le postazioni di Unifil

di Emanuela Ricci

La situazione al confine tra Israele e Libano è entrata in una fase di altissima tensione, con ripetuti attacchi israeliani che hanno colpito le basi della missione UNIFIL (Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano), tra cui quelle del contingente italiano. I caschi blu italiani, insieme ad altre truppe internazionali, si trovano attualmente nei bunker per proteggersi dai continui scontri, dopo che le loro basi lungo la Blue Line, la linea di demarcazione tra Israele e Libano, sono state oggetto di attacchi deliberati da parte dell’esercito israeliano (IDF). L’IDF aveva già avvisato le forze UNIFIL di spostarsi 5 chilometri più a nord per evitare di trovarsi nelle aree di combattimento, ma le forze di peacekeeping hanno deciso di rimanere, seguendo il mandato delle Nazioni Unite.

L’attacco più grave ha colpito il quartier generale di UNIFIL a Naqura, dove un carro armato israeliano ha aperto il fuoco su una torre di osservazione, facendo cadere due caschi blu indonesiani, che sono stati successivamente ricoverati in ospedale. Secondo Andrea Tenenti, portavoce della missione UNIFIL, le loro ferite non sono gravi, ma i soldati rimangono sotto osservazione. Non si registrano feriti tra i soldati italiani, ma il clima di pericolo è altissimo, con boati e colpi d’arma da fuoco che risuonano nelle vicinanze delle basi UNIFIL, soprattutto nella zona di Labbouneh, dove si trovano le truppe italiane.

Mercoledì 9 ottobre, l’IDF ha deliberatamente sparato contro le telecamere di sicurezza perimetrali di alcune basi UNIFIL, compromettendo i sistemi di sorveglianza, e danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione nella base UNP 132A a Labbouneh, dove si svolgevano riunioni tripartite prima del conflitto. L’attacco sembra essere stato mirato a interrompere i sistemi di comunicazione tra le basi e il comando UNIFIL a Naqura, probabilmente per evitare che venissero registrate le operazioni militari contro Hezbollah.

Questi attacchi si inseriscono in un quadro di crescente violenza tra l’esercito israeliano e Hezbollah, il gruppo politico e militare libanese che controlla buona parte del sud del Libano. Gli scontri tra le due parti si sono intensificati nelle ultime settimane, con Israele che accusa Hezbollah di lanciare attacchi lungo il confine, mentre il gruppo libanese accusa Israele di violazioni del territorio libanese. Le basi UNIFIL, che si trovano in questa zona di conflitto, diventano involontariamente bersagli delle operazioni militari israeliane, nonostante il loro ruolo neutrale e di peacekeeping. Secondo l’ONU, le forze UNIFIL costituiscono un’importante via di comunicazione tra Israele e Hezbollah, e il loro ritiro potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.

La comunità internazionale ha reagito con preoccupazione crescente agli sviluppi della crisi. L’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha condannato fermamente gli attacchi israeliani, dichiarando su X che tali azioni sono “inammissibili” e ha espresso pieno sostegno alla missione UNIFIL e al suo mandato di mantenimento della pace, stabilito dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Borrell ha inoltre ribadito che non esistono giustificazioni per attaccare deliberatamente il personale e le strutture delle Nazioni Unite.

Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha subito protestato ufficialmente con l’ambasciatore israeliano in Italia e con il suo omologo israeliano, Yoav Gallant. Crosetto ha definito l’attacco “inaccettabile” e ha avvertito che potrebbe costituire un “crimine di guerra”, sottolineando che non può essere giustificato nemmeno dal fatto che Israele avesse chiesto in precedenza l’evacuazione delle basi UNIFIL. L’Italia, insieme alla Francia e ad altri Paesi europei che contribuiscono con contingenti alla missione UNIFIL, tra cui Spagna e Irlanda, si riuniranno in videoconferenza la prossima settimana per discutere la situazione e le possibili azioni da intraprendere.

L’ONU ha ricordato a Israele e a tutte le parti coinvolte il loro obbligo di rispettare il diritto internazionale umanitario e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, in particolare la risoluzione 1701, che stabilisce il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah e la smilitarizzazione del sud del Libano. Tuttavia, con il crescente coinvolgimento delle forze israeliane e il rifiuto di UNIFIL di evacuare, la situazione resta estremamente volatile, e la possibilità di una de-escalation sembra lontana.

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